skip to Main Content

L’Europa e lo sport. Profili giuridici, economici e sociali

Si è tenuto presso l’Università degli Studi di Bergamo il VII Convegno L’Europa e lo sport – Profili giuridici, economici e sociali -, organizzato dal Professor Stefano Bastianon, dedicato all’ “Autonomia e specificità dello sport dopo sessant’anni di integrazione europea”.

Come sottolineato nei saluti iniziali del Professor Bruno Nascimbene, e come ricordato nel titolo del Convegno “sessant’anni di integrazione europea”, l’ordinamento sportivo ha sempre rivendicato la propria specificità, autonomia e separatezza, e ciò anche a fronte  di un trend storico diretto a una sempre maggiore integrazione.

Il mondo giuridico dello sport si è, dunque, racchiuso nella tensione tra integrazione e separatezza, che ha visto sempre contrapposte concezioni e interpretazioni a livello statale, europeo ed internazionale da parte sia della dottrina, sia della giurisprudenza, così come il Convegno ha dimostrato.

E che l’analisi dello sport e del diritto sportivo debba essere trasversale rispetto ai singoli settori disciplinari, è stato sottolineato sia dalla struttura del Convegno, sia dalle attente scelte del Professor Bastianon, che ha coinvolto relatori afferenti a diversi settori scientifici (dal diritto civile al diritto amministrativo, dal diritto dell’Unione europea al diritto internazionale).

Nello stesso senso si è espresso anche il Professor Alberto Maria Gambino dell’Università Europea di Roma e Co-direttore della Rivista di diritto sportivo, chiamato a presiedere il convegno, che ha ricordato che è proprio questo lo spirito con cui è rinata la Rivista di diritto sportivo del CONI. In tale Rivista, infatti, vengono accolti contributi di studiosi, accademici e operatori del diritto che abbracciano i temi e le problematiche che attraversano il diritto sportivo alla luce dei diversi settori di appartenenza.

Le relazioni sono state precedute dai saluti istituzionali portati dalla Dott. ssa Loredana Poli, Assessore all’Istruzione Università Formazione Sport del Comune di Bergamo e da Lara Mangoni, Delegato CONI Bergamo.

Quest’ultima in particolare ha sottolineato come sia importante il rapporto tra il diritto dell’Unione europea e lo sport, che ha permesso azioni come quella sulla Dual Career rispetto alla quale l’Università di Bergamo ha avviato uno specifico programma per favorire la duplice carriera degli studenti-atleti.

Con il primo intervento, il Professor Bastianon, professore di Diritto dell’Unione europea presso l’Università degli Studi di Bergamo, ha affrontato il tema dello sport alla luce del diritto dell’Unione europea.

Dopo una ricostruzione incentrata soprattutto sui concetti di autonomia e specificità, ha ricordato come dopo la sentenza Meca-Medina e Mejacen della Corte di giustizia del 2006 non si possa più parlare di specificità a livello di Unione europea, poiché alle norme sportive possono non essere applicati i principi europei, solo verificando caso per caso se le norme sportive siano proporzionate all’interesse sportivo legittimamente perseguito, senza che vi sia un’esenzione a priori. Non esistono più, dunque, le regole puramente sportive intese come norme estranee all’ambito di applicazione del diritto europeo..

Infatti, come sottolineato dal Professor Massimiliano Granieri – professore di diritto privato comparato presso l’Università degli Studi di Brescia -, nell’intervento sulla specificità della attività sportiva nella prospettiva del diritto antitrust, anche allo sport viene applicato lo stesso metodo di giudizio al pari di qualsiasi altra attività economica.

Ma tale applicazione, non deve però essere intesa come un maggior aggravamento per lo sport, poiché la norma sportiva, che viene in rilievo caso per caso, deve essere vagliata ex art. 101, par. 1 TFUE. Detta previsione normativa è sicuramente meno gravosa di quella contenuta al par. 3 del medesimo articolo, che impone un’inversione dell’onere della prova alle imprese che devono dimostrare la compresenza di tutti i requisiti richiesti.

Le ultime due relazioni, tenute rispettivamente dal Professor Luigi Fumagalli – professore di diritto internazionale presso l’Università degli Studi di Milano, nonché arbitro TAS -, sulla giurisdizione sportiva internazionale e dal Professor Francesco Goisis – professore di diritto amministrativo presso l’Università degli Studi di Milano -, sull’autonomia della giustizia sportiva nazionale si sono incentrate sul ruolo dell’arbitrato nella giustizia sportiva. E seppur entrambi siano partiti dall’ormai famoso caso della pattinatrice Pechstein, sono arrivati, ognuno per il proprio ordinamento di riferimento, a conclusioni diverse e addirittura parzialmente contrapposte, soprattutto per quanto riguarda il c.d. “consenso” all’arbitrato.

La contrapposizione delle diverse posizioni ha sicuramente avvalorato la premessa iniziale del convegno e cioè che il mondo giuridico dello sport è da sempre stato oggetto di diverse interpretazioni, a seconda di come vengano concepiti i concetti di autonomia e di specificità.

Dunque, l’annoso dibattito sull’autonomia o meno del diritto sportivo e comunque sull’ampiezza, di tale autonomia, rimane aperto, senza che si possa concentrare l’analisi su un unico settore disciplinare, dovendo riconoscere l’interdisciplinarietà della materia.

 

Back To Top