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La Corte di Giustizia europea annulla la decisione della BCE sul blocco della partecipazione di Berlusconi in Banca Mediolanum

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha annullato la decisione della Banca Centrale Europea (BCE) del 2016, che negava a Silvio Berlusconi l’acquisizione di una partecipazione qualificata in Banca Mediolanum. La BCE non poteva opporsi alla detenzione di tale partecipazione, in quanto Berlusconi l’aveva acquisita prima che le norme dell’Unione Europea fossero recepite nell’ordinamento italiano.

La vicenda ha inizio nel 2014, quando la Banca d’Italia ordinò alla Fininvest, holding di proprietà di Berlusconi, di cedere entro 30 mesi la partecipazione superiore al 9,99% in Mediolanum, sospendendo i diritti di voto relativi. Tale misura era stata motivata dalla condanna di Berlusconi per frode fiscale, che lo rendeva non idoneo a mantenere una partecipazione qualificata. Tuttavia, nel 2016, il Consiglio di Stato italiano annullò la decisione della Banca d’Italia, e nello stesso periodo Mediolanum fu incorporata nella sua controllata, Banca Mediolanum.

A seguito di questa fusione, la Banca d’Italia e la BCE considerarono che Berlusconi avesse acquisito una partecipazione qualificata in Banca Mediolanum, richiedendo quindi una valutazione da parte delle autorità. La BCE si oppose, sostenendo che Berlusconi non soddisfacesse i requisiti di onorabilità previsti dalla normativa europea.

Il ricorso presentato da Berlusconi e Fininvest contro la decisione della BCE fu inizialmente respinto dal Tribunale dell’Unione Europea. Tuttavia, la Corte di Giustizia ha ora annullato tale sentenza, ritenendo che il Tribunale abbia commesso un errore di diritto. La Corte ha stabilito che Berlusconi non aveva acquisito una nuova partecipazione qualificata nel 2016, ma aveva semplicemente mantenuto una partecipazione acquisita prima che le norme europee entrassero in vigore in Italia. Pertanto, la BCE non poteva opporsi alla detenzione di tale partecipazione, poiché le disposizioni applicate non avevano effetto retroattivo.

La decisione rappresenta un punto di svolta nella lunga disputa legale legata alla partecipazione di Berlusconi in Banca Mediolanum e riafferma i limiti dell’applicazione retroattiva delle norme europee da parte della BCE.

 

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