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La Corte di Giustizia UE si esprime sulle azioni pubblicitarie per i medicinali soggetti a prescrizione

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che gli Stati membri possono autorizzare azioni pubblicitarie per l’acquisto di medicinali soggetti a prescrizione medica sotto forma di sconti o di pagamenti di importo esatto. Tuttavia, possono vietare azioni pubblicitarie che prevedano l’offerta di buoni per il successivo acquisto di medicinali senza prescrizione e prodotti per la salute e la cura personale.

La vicenda trae origine da una controversia in Germania, dove la farmacia online olandese DocMorris ha condotto diverse campagne promozionali per i propri clienti tedeschi. Tra queste, rientravano sconti, rimborsi e premi in denaro per l’acquisto di medicinali su prescrizione. Inoltre, DocMorris offriva buoni per il successivo acquisto di farmaci da banco e altri prodotti. Su richiesta dell’Ordine dei farmacisti della Renania Settentrionale, il Tribunale del Land di Colonia aveva inizialmente vietato tali pratiche, ma in seguito alcuni di questi provvedimenti sono stati annullati. DocMorris ha quindi chiesto un risarcimento di circa 18,5 milioni di euro sostenendo che i divieti fossero ingiustificati.

La Corte federale di giustizia tedesca ha chiesto alla Corte di Giustizia UE di chiarire se il diritto tedesco fosse conforme alla direttiva 2001/83, che disciplina la pubblicità dei medicinali nell’Unione. Secondo la Corte, la direttiva vieta la pubblicità dei farmaci con prescrizione, ma non si applica alle campagne che promuovono esclusivamente la scelta della farmacia e non il consumo del medicinale stesso. Per questo motivo, le azioni pubblicitarie basate su sconti o pagamenti di importo fisso possono essere consentite.

Tuttavia, gli Stati membri possono vietare premi dall’importo incerto, per evitare che i consumatori ne sopravvalutino il valore. Inoltre, la Corte ha ritenuto legittimo il divieto di buoni utilizzabili per l’acquisto di medicinali senza prescrizione e altri prodotti, poiché ciò potrebbe influenzare la decisione d’acquisto dei consumatori in modo non obiettivo.

La decisione della Corte conferma quindi la possibilità per gli Stati membri di limitare alcune pratiche promozionali nel settore farmaceutico per motivi di tutela dei consumatori e della salute pubblica.

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