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La forza e la fragilità del know-how. La giornata di riflessione all’Università di Parma

La diacessettesima edizione dell’annuale Convegno di Diritto Industriale dell’Università di Parma si è focalizzata sulla tutela e sulla valorizzazione del know-how aziendale, tecnico e commerciale tra esigenze del mercato globale, criticità da gestire e prospettive di riforma europea con il convegno dal titolo:  “La forza e le fragilità del know-how – Tutela e valorizzazione del know-how aziendale tecnico e commerciale tra esigenze del mercato globale, criticità da gestire e prospettive di riforma europea”.
 
Il permanere in Italia di una forte industria manifatturiera di eccellenza implica la presenza all’interno delle nostre imprese di un significativo know-how produttivo e commerciale, che rappresenta un fondamentale plus concorrenziale, oltre che un asset aziendale di cui è anche possibile lo sfruttamento esterno, della cui importanza è però spesso mancata la piena consapevolezza.
 
 
Ciò ha ne ha reso più difficile la protezione efficace, in particolare contro soggetti che sono venuti a conoscenza del know-how e sia per quanto concerna una adeguata valorizzazione come oggetto di licenza, di cessione, o di diritti di garanzia.
 
Due le novità importanti: da una parte l’inclusione del know-how tra i diritti il cui sfruttamento può beneficiare di delle agevolazioni fiscali della versione italiana del cosiddetto “Patent box”, dall’altra il varo della Direttiva comunitaria sulla tutela delle informazioni riservate.
 
 
 
 
Pur tra molte contraddizioni, questi due interventi hanno avuto infatti il merito di rendere attuale il dibattito sul know-how e di stimolare una riflessione non solo a livello accademico, ma anche all’interno delle imprese e tra i loro consulenti su che cosa si debba fare per sfruttarlo e difenderlo al meglio, in particolare nella prospettiva del mercato globale.
 
Ad introdurre e moderare i lavori, il Prof. Avv. Cesare Galli, ordinario di Diritto industriale nell’Università di Parma, tra i maggiori specialisti italiani nella difesa della proprietà industriale, organizzatore del Convegno di Parma (video intervento parte I e parte II)
 

 

“La tutela concorrenziale delle informazioni meno riservate” è stato il tema sviluppato dalla Dott.ssa Daria Sbariscia, giudice del Tribunale di Bologna, sezione dell’impresa, che ha indicato come le informazioni “meno riservate” rappresentino un patrimonio anche di notevole rilievo per l’imprenditore che ne assicura la tutela anche rispetto ai suoi dipendenti, con sottoscrizione di accordi, con la predisposizione di sistemi di sicurezza informatica. “Come Tribunale delle imprese – ha detto – siamo sempre tenuti ad una interpretazione testuale delle norme, ma registro con interesse l’apertura a norme alla tedesca in una prospettiva de jure condendo”. La Dott.ssa Sbariscia ha ricordato la disciplina della concorrenza sleale in riferimento all’articolo 99 del codice della proprietà industriale ed alle norme del codice civile.

La prof.ssa Valeria Falce, Università Europea di Roma (video dell’intervento a partire dal minuto 10.45) ha focalizzato il suo intervento sul tema “Le novità introdotte dalla Direttiva Ue sulle informazioni riservate e le criticità del recepimento”. Con la Direttiva n. 2016/943 sulla protezione del know-how riservato e delle informazioni commerciali riservate (segreti commerciali) contro l’acquisizione, l’utilizzo e la divulgazione illeciti, l’Unione Europea si è dotata di un importante strumento attraverso il quale viene predisposto un quadro giuridico comune per la tutela del segreto commerciale nell’Ue. Fermo restando che gli Stati membri dovranno procedere al recepimento della Direttiva entro il 9 giugno 2018, la Professoressa Falce ha ripercorso la lunga a gestazione: i cinque anni di studi, report, sondaggi, consultazioni, bozze e versioni più o meno coerenti tra loro per approdare al testo definitivo.

La Prof.ssa Falce ha evidenziato le numerose criticità e aporie normative tali da non mantenere in toto le promesse fissate dagli obiettivi della riforma, tra cui, pur in presenza di una definizione a livello europeo della nozione di informazione commerciale e industriale meritevole di trattamento uniforme, non può non registrarsi il mancato pieno superamento dell’attuale frammentazione normativa e di una effettiva convergenza sostanziale e procedurale delle regole.

A portare il punto di vista delle imprese la tavola rotonda “La gestazione aziendale del know-how nel settore Automotive:esperienza e problemi a confronto” cui hanno partecipato, l’Ing. Andrea Pontremoli di Dallara Automobili Spa,  l’Avv. Alessandra Colloridi di Ducati Spa e l’Avv. Massimiliano Maestretti, Lugano.

Per Andrea Pontremoli, in video collegamento, il know how ha un valore aziendale e stabilire un modello di business che si basi non sui costi ma sul valore è molto difficile, cedere ad esempio il know in cambio di royalties, o ancora fornirlo come servizio.

L’Avvocato Massimo Maistretti (video dell’intervento) ha focalizzato la sua attenzione sul know how della Formula uno che – ha specificato – è un campionato di costruttori che costruiscono i loro veicoli sui quali possono dunque vantare la proprietà intellettuale. Le parti visibili – ha affermato – non sono proteggibili se non per un breve periodo – mentre le parti non visibili si possono tutelare con la stipula di contratti di lavoro sia con il personale che con contratti che prevedano adeguati periodi di esclusiva con i fornitori.

L’avvocato Alessandra Colloridi (video dell’intervento, minuto 11.48) ha illustrato il significato e la gestione del Patent Box all’interno della Ducati, indicando come in Ducati il know-how sia uno dei principali asset aziendali e come la sua gestione avvenga tra l’altro anche con misure giuridiche di protezione per gli interni come il fatto che i dipendenti siamo vincolati alla segretezza e periodicamente viene ricordato loro l’impegno assunto.

A tirare le fila del convegno il Prof. Alberto Gambino (video intervento dal minuto 8:06) il quale ha delineato le categorie che si sono confrontante durante la giornata di studi e che sono rappresentative delle forze in campo: la forza e insieme la fragilità del know-how che rimanda ai grandi temi della concorrenza, dei blocchi all’innovazione, dei monopoli, degli oligopoli.

Si tratta di capire quanto gioca la fragilità e la forza del know-how nel sistema normativo. Per le imprese il know rappresenta un vero e proprio asset, un elemento di forza sorprendete, ma anche un elemento di fragilità per messo in un sistema informativo che può avvantaggiare i concorrenti e il sistema stesso.

Gambino ha anche sottolineato come l’elemento della segretezza però potrebbe rappresentare una barriera. Proprio sul tema della segretezza Gambino si è interrogato sulla necessità di ridefinire, in un ottica di big data, i concetti ontologici di segreto industriale e segreto sulle informazioni commerciali che mentre nel diritto penale vengono diversificate a livello di sanzionatorio, da un punto di vista civilistico vengono sostanzialmente assimilate.

In un disegno di autonomia del know- how, il dato esperienziale presente contenuto nel know-how ha concluso Gambino – potrebbe giustificare una tutela forte poiché si riferisce ad una sfera personalistica e non soltanto di natura concorrenziale.  

L’incontro si è svolto presso l’Aula dei Filosofi e nell’Aula dei Cavalieri (via Università 12), nell’ambito del Dottorato di ricerca in Scienze giuridiche delle Università di Parma e di Modena e Reggio Emilia e ha visto la partecipazione di alcuni tra i massimi esperti della materia tra professori universitari, magistrati, rappresentanti del mondo delle professioni e delle imprese.

Per l’Università di Parma hanno svolto interventi i proff. Cesare Galli, Mariangela Bogni e Silvia Magelli; Il Prof. Avv Mario Libertini, Università di Roma, il Prof. Avv. Alberto Gambino, Pro Rettore dell’Università Europea, presidente dell’Accademia Italiana del Codice di Internet e Direttore scientifico di Diritto Mercato Tecnologia, la Prof.ssa Avv. Valeria Falce, Università Europea di Roma, la Prof.ssa Emanuela Arezzo, Università di Teramo, la Dott.ssa Daria Sbariscia, Giudice presso il Tribunale di Bologna, sezione dell’impresa, l’Avv. Giacomo Gualtieri, Università Statale di Milano, l’Avv. Lorenzo De Martinis, la Dott.ssa Caterina Strippoli, Università Lumsa di Roma, il Dott. Enrico Zanoli, vice presidente dell’ordine nazionale dei consulenti in proprietà intellettuale. 

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