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La gestione del diritto d’autore, un confronto con il digitale. Intervista all’Avv. Letizia Bixio

Nell’ottica di un’evoluzione al digitale, la gestione dei diritti d’autore necessitano di una nuova lettura. La redazione di Dimt ha intervistato l’Avv. Letizia Bixio che, cultrice della materia, collabora con il Centro di ricerca di eccellenza per il Diritto d’Autore (CREDA) dell’Università Europea di Roma.

 

Nel nuovo orizzonte di sviluppo tecnologico e digitale, quali saranno, secondo Lei, le nuove esigenze e sfide alle quali, gli organismi di gestione collettiva dei diritti d’autore, dovranno saper dare risposta? Ed in quali modalità?

Nell’ambito dell’opera di ripensamento della strategia per il mercato unico digitale, portata avanti dalle istituzioni europee, vi è un tema ricorrente e trasversale tra i molti interventi normativi posti in essere, ovvero quello della trasparenza. Con specifico riguardo alla materia del diritto d’autore, tanto la direttiva 26/2014 sulla gestione collettiva dei diritti d’autore, quanto la più recente 790/2019 sul diritto d’autore nel mercato unico digitale, hanno individuato nella trasparenza un necessario correttivo per consentire un riequilibrio, nei rapporti contrattuali tra la filiera creativa e quella distributiva. A ben vedere, gli organismi di gestione collettiva tendono a svolgere un ruolo di intermediazione tra le due: in rappresentanza degli autori, negoziano con gli utilizzatori.

In tal modo viene bilanciata e rafforzata quella che altrimenti sarebbe la posizione contrattuale più debole. In questo scenario la Commissione europea ha imposto in capo agli utilizzatori un obbligo di trasparenza (art. 19 della direttiva 790/2019), teso a bilanciare i disequilibri informativi nei confronti degli autori, prevedendo che almeno una volta l’anno vengano fornite informazioni aggiornate, pertinenti e complete sullo sfruttamento delle opere dell’ingegno.

Con l’aiuto imprescindibile della tecnologia ci si aspetta, quindi, che gli organismi di gestione controllino ed elaborino nel migliore dei modi dette informazioni al fine di assicurare sulla lunga la più corretta ed equa remunerazione ai propri associati.

Inoltre, l’importanza della completezza e della fruibilità delle informazioni, e dunque la necessità di assumere oneri di trasparenza, si riflette anche sulle collecting, dal momento che l’erroneità di dati sulle opere e sugli aventi diritto, potrebbe comportare un impatto negativo sugli utilizzatori, che, ostacolati nella fase di licenza, potrebbero esser dissuasi dal portare a termine l’utilizzazione. La condotta di questi ultimi rispetto al reperimento delle informazioni necessarie per una lecita utilizzazione, può ingenerare persino un fenomeno che ricorda la così detta tragedia degli anticommons.

In tal senso, il secondo auspicio, guarda alla pura infrastruttura tecnologica, che dovrà esser dotata dei più alti standard di interoperabilità in modo da acquisire, verificare e scambiare tutte le informazioni necessarie alla licenza di un’opera e di riflesso alla corretta remunerazione della stessa.

 

 

Alla luce dell’analisi da Lei fatta nell’ambito di una gestione collettiva a tutela dei diritti d’autore, come si può bilanciare il diritto alla concorrenza tra organismi di gestione e l’esigenza di salvaguardia dei diritti d’autore?

In parte proprio la sopra citata infrastruttura tecnologica ha un ruolo strategico, potendo divenire la principale leva competitiva nel confronto tra più organismi di gestione, consentendo una competizione sulla qualità dei servizi offerti (ad autori ed utilizzatori), piuttosto che sul ribasso delle royalties (pagate agli autori a beneficio dei soli utilizzatori).

Ciò naturalmente nonostante la costituzione di posizioni dominanti tra i soggetti incaricati della gestione collettiva a livello nazionale ed internazionale resti un elemento congenito di questa materia, popolata da forme di monopolio naturale, che, hanno trovato giustificazione nella migliore efficienza dell’accentramento dei servizi, rispetto ai due versanti dello stesso mercato. Tuttavia va rilevato che, i recenti interventi normativi proposti dalle istituzioni europee, paiono aver introdotto utili correttivi quali una maggiore solidarietà, trasparenza, non discriminazione, rappresentazione equa ed equilibrata di ciascuna categoria di titolari dei diritti, una migliore modalità di rendicontazione, nonché l’imposizione di adeguati meccanismi di controllo negli Stati membri. Ciò nell’auspicio che nella fornitura dei servizi di gestione non vengano mai smentiti i tre principi fondamentali di efficienza, equità e trasparenza a beneficio tanto degli aventi diritto, quanto degli utilizzatori.

Sarà, tuttavia, comunque necessario nel prossimo futuro compiere una verifica sui controlli preventivi e successivi individuati dagli Stati a tutela dei diritti degli amministrati e una più penetrante individuazione degli standard ottimali relativi ai vari aspetti della gestione.

 

 

 

 

Per approfondimenti

Modelli di gestione collettiva a tutela dei diritti d’autore. Itinerari tra dinamiche concorrenziali ed interferenze di diritto sovranazionale

di

Maria Letizia Bixio

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