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Norme di remunerazione per i lavoratori a tempo parziale: una discriminazione vietata secondo la Corte di giustizia dell’Unione Europea

La Corte di giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza che potrebbe avere un impatto significativo sulle norme di remunerazione per i lavoratori a tempo parziale. La sentenza riguarda un pilota tedesco impiegato da una compagnia aerea a tempo parziale e il suo diritto a una remunerazione supplementare in base al suo contratto di lavoro.

Il pilota aveva sottolineato una possibile disparità nelle norme di remunerazione tra i lavoratori a tempo parziale e quelli a tempo pieno. Secondo il suo contratto di lavoro, per ottenere una remunerazione supplementare, doveva soddisfare le stesse soglie orarie dei piloti a tempo pieno, nonostante lavorasse meno ore complessivamente. Questa situazione lo ha portato a ritenere di essere svantaggiato a causa del suo status di lavoratore a tempo parziale.

La Corte federale del lavoro tedesca ha deciso di chiedere il parere della Corte di giustizia dell’Unione Europea su questa questione. La domanda fondamentale era se le norme nazionali che richiedevano ai lavoratori a tempo parziale di soddisfare le stesse condizioni orarie dei lavoratori a tempo pieno per ottenere una remunerazione supplementare costituissero una discriminazione vietata dal diritto dell’Unione.

La Corte di giustizia dell’Unione Europea ha risposto affermativamente, sottolineando diversi punti chiave. Prima di tutto, ha osservato che i lavoratori a tempo parziale svolgono le stesse mansioni dei lavoratori a tempo pieno o occupano gli stessi posti di lavoro, quindi le loro situazioni sono comparabili. Tuttavia, ha sottolineato che le norme che richiedevano lo stesso numero di ore di lavoro per ottenere una remunerazione supplementare rappresentavano un servizio di ore di lavoro più lungo per i lavoratori a tempo parziale rispetto a quelli a tempo pieno.

In altre parole, i lavoratori a tempo parziale dovevano lavorare di più in rapporto alle loro ore di servizio complessive per ottenere lo stesso trattamento retributivo dei loro colleghi a tempo pieno. Questa situazione era chiaramente sfavorevole per i lavoratori a tempo parziale.

La Corte ha dichiarato che tali norme nazionali costituivano una discriminazione vietata dal diritto dell’Unione, a meno che potesse essere dimostrata una ragione obiettiva per tale trattamento differenziato. La compagnia aerea e il giudice nazionale sono stati invitati a valutare se esistessero giustificazioni valide per queste norme, tenendo conto delle considerazioni espresse dalla Corte.

Questa sentenza potrebbe avere implicazioni significative per le norme di remunerazione per i lavoratori a tempo parziale in tutta l’Unione Europea, sottolineando l’importanza di evitare discriminazioni ingiustificate nei confronti di questi lavoratori.

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