La Corte di Giustizia dell'Unione europea in data odierna, 10 settembre 2024, ha annullato la…
Presentato a Roma il libro “La privacy dell’era digitale – le Relazioni dei Presidenti dell’Autorità Garante 1997-2022”. Online la registrazione dell’evento
È stato presentato presso lo spazio “Europa Experience” del Parlamento Europeo in Italia, inaugurato dalla Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, il libro “La privacy dell’era digitale – le Relazioni dei Presidenti dell’Autorità Garante 1997-2022”, curato dal Presidente del Garante Pasquale Stanzione.
Oltre al Presidente Stanzione, alla Vicepresidente Ginevra Cerrina Feroni e ai due componenti del Collegio, Agostino Ghiglia e Guido Scorza, sono intervenuti gli ex Presidenti dell’Autorità, Franco Pizzetti e Antonello Soro, il costituzionalista Oreste Pollicino, i giuristi Giusella Finocchiaro e Vincenzo Zeno Zencovich. Ha moderato gli interventi Vitalba Azzollini.
Il libro, attraverso i discorsi dei suoi Presidenti, ripercorre, dalla sua istituzione nel 1997, i venticinque anni di storia del Garante e l’evoluzione di un’Autorità indipendente che, con le parole del Presidente Stanzione, “ha saputo adeguare la propria azione alle esigenze sociali emergenti e alle istanze di tutela manifestate dai cittadini”.
Sull’evoluzione del ruolo dei Garanti nella società digitale e sul mutamento sostanziale del ruolo della protezione dei dati da diritto individuale dei singoli a tutela della società ‘digitale è intervenuto Franco Pizzetti, Presidente dell’Autority dal 2005 al 2012, che ha invitato il Garante ad accogliere le sfide poste oggi dall’era digitale.
Di seguito gli interventi di Pasquale Stanzione, Francesco Pizzetti, Antonello Soro, Giusella FInocchiaro, Oreste Pollicino:
Di seguito gli interventi di Vincenzo Zeno-Zencovich, Ginevra Cerrina Feroni, Agostino Ghiglia, Guido Scorza, Pasquale Stanzione:
Antonello Soro, alla guida del Garante dal 2012 al 2020, ha parlato della protezione dati come “diritto baricentrico” sottolineando che in questi 25 anni, il Garante ha “incrociato e, in certa misura, anche guidato, i grandi cambiamenti che hanno interessato, nel profondo, la società, nel suo passaggio da analogica a digitale e la corrispondente evoluzione di quello straordinario diritto affidato alla sua cura.”
“L’Autorità Garante ha saputo costruire una cultura della privacy partendo da una normativa complessa come quella sulla privacy” ha evidenziato Giusella Finocchiaro, socio di IAIC. La giurista ha constatato “che oggi siamo di fronte ad un ‘cantiere normativo’ dei diritti fondamentali che si fondano sulla dignità della persona, cantiere in cui l’apporto della giurisprudenza del Garante è sempre più fondamentale”.
Il costituzionalista Oreste Pollicino, socio di IAIC, ha spiegato che il GDPR sarà sempre più la cartina al tornasole, insieme allo Stato di diritto, della prospettiva della normativa futura, cioè la regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale
Il professor Vincenzo Zeno-Zencovich, fellow di IAIC, ha ripercorso gli anni e il contesto normativo che hanno portato alla nascita del Garante Privacy.
Guido Scorza, altro componente del Collegio, ha posto l’accento su “come coniugare la tutela di un diritto fondamentale come quello alla protezione dei dati personali, che è, innanzitutto, presidio della dignità umana, con le dinamiche e le forze centrifughe di mercati sempre più voraci di dati personali e ha concluso “’Trasparenza’ è invece la parola-simbolo di una delle sfide più impegnative che accompagnano da sempre l’azione dell’Autorità, in relazione alla PA: come bilanciare la trasparenza con il diritto alla privacy dei singoli cittadini?”.
“La protezione dati, oggi, – ha sottolineato il Presidente dell’Autorità – ha un compito fondamentale: costruire e promuovere la civiltà digitale, quale vero obiettivo di un’innovazione che non sia regressiva sul piano dei diritti e delle libertà”. Ma per raggiungere questo obiettivo – ha concluso – “è necessaria la collaborazione di tutti: è la grande sfida che lanciamo alle istituzioni, ai cittadini, alle imprese; in una parola al Paese tutto, nella sua vocazione più autenticamente europea, perché lo straordinario diritto che il Garante tutela è un patrimonio, inestimabile, di ciascuno”.