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Relazione del Garante Privacy. Cosa ha detto il presidente Antonello Soro

L’Autorità garante per la protezione dei dati personali – composta da Antonello Soro, Augusta Iannini, Giovanna Bianchi Clerici e Licia Califano – ha presentato il 7 maggio 2019, presso la Camera dei deputati, la Relazione sull’attività svolta nel 2018. La Relazione ha chiuso il settennato del Collegio presieduto da Antonello Soro.

Durante il discorso, tenuto dal presidente Antonello Soro, sono stati illustrati i diversi fronti che hanno impegnato l’Autorità ed è stato fatto il punto sullo stato della legislazione in materia di tutela dei dati personali.

“Governare l’innovazione in funzione della tutela della persona e delle libertà è il vero obiettivo, da cui dipendono presente e futuro delle nostre società”, ha detto Soro.

Il Garante ha ricordato innanzitutto lo scontro commerciale e geopolitico in atto tra Stati Uniti e Cina, il quale “sottende una competizione per l’egemonia tecnologica. Il possesso e lo sfruttamento dei dati sono la posta in palio”. Pertanto, “l’entità dei rapporti commerciali tra Europa e Cina è tale da non poter più prescindere da una cornice di garanzie adeguate, soprattutto per la tutela dei dati”, visto anche il rigido sistema di controllo sociale a cui sono sottoposti i cittadini cinesi, che ha spinto Soro a parlare di “rischio di un nuovo totalitarismo digitale”.

Stabilire norme per la protezione dei dati personali è diventato particolarmente necessario, vista l’emersione di “un nuovo sottoproletariato digitale formato da quanti siano disposti a cedere la libertà con i propri dati, in cambio dei servizi offerti in rete solo apparentemente a prezzo zero”. Ma, riferendosi al caso Facebook-Cambridge Analytica, Soro ha anche detto che “le esperienze di questi ultimi anni rendono sempre più urgente affrontare il tema della democrazia nella società digitale e gli effetti distorsivi dello slittamento della profilazione dal piano commerciale a quello politico”.

“Non è democraticamente sostenibile”, ha aggiunto, “un regime in cui i grandi gestori delle piattaforme tecnologiche stabiliscono il codice normativo su cui fondare diritti e doveri nella dimensione digitale”.

Per quanto riguarda gli algoritmi, Soro li ritiene inadeguati “a svolgere valutazioni necessariamente discrezionali e complesse”. La tecnica deve essere messa al servizio dell’uomo, e l’intervento umano resta fondamentale “per sottrarre le decisioni sulle persone al totale determinismo delle macchine”.

Di seguito, il video del discorso completo di Antonello Soro, presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali.

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