Il Prof. Alessandro Spano è Professore Ordinario di Economia Aziendale presso l'Università di Cagliari, dove…
Ricordo di Giuseppe Benedetti
Giuseppe Benedetti nacque a Canepina (VT) il 2 marzo 1930. Portava con sé i geni delle montagne della Tuscia, di parte paterna, ma avvertì la forza e il fascino di quelli siciliani, che gli vennero dalla madre. Erice rimase sempre un sogno nel profondo del suo cuore.
Frequentò la Facoltà di Giurisprudenza della Sapienza e si laureò con Filippo Vassalli proprio quando l’insigne Maestro era alla fine dei suoi giorni. Fu raccolto da Emilio Betti, che seguì con ammirazione, ma il vero punto di riferimento accademico fu per lui Francesco Santoro-Passarelli, al quale si offrì con dedizione totale per i lunghi anni in cui gli fu accanto.
Quando il cursus honorum lo portò lontano da Roma mantenne comunque saldo il legame coll’Ateneo capitolino soprattutto attraverso i tanti allievi che con rara attenzione continuò a seguire in ogni passaggio della vita accademica. Altri allievi vennero dal suo magistero, che nel periodo fiorentino trovò la piena maturità, prima del ritorno a Roma.
Qui ebbe ancora allievi finché insegnò e anche oltre. Gli allievi furono i figli che la vita non gli diede e ne ebbe tanti, con una generosità che lo portò anche ad adottare quelli che altri Maestri non poterono seguire. La sua fu innanzitutto una Scuola di libertà, nella quale l’unico credo da osservare fu la fatica del pensiero.
Il pensiero scientifico di Giuseppe Benedetti si potrebbe riassumere in due grandi stagioni, quella positivistica e quella ermeneutica. Egli fu infatti un convinto esponente della Scuola sistematica, alla ricerca di una coerenza dell’ordinamento giuridico che partiva sempre dalle norme ma in queste non rimaneva imprigionata
. Il suo Dal contratto al negozio unilaterale del 1969 rimane uno degli studi più profondi ed eleganti del metodo dogmatico, che mai egli rinnegò anche quando, col passare degli anni si destò in lui un interesse sempre maggiore per l’ontologia gadameriana che lo portò a leggere l’esperienza giuridica con la curiosità e la sensibilità del filosofo e che troviamo in buona parte condensata nel volume Oggettività esistenziale dell’interpretazione del 2014.
Ma fino all’ultimo giorno della sua vita l’interesse scientifico non è venuto meno e ancora nel letto dell’ospedale attendeva al suo ultimo scritto, che ha consegnato ai suoi allievi perché ne curassero la pubblicazione.