Giovedì 10 luglio 2025, presso la sede di Unistudio & Gambino Academy a Verona e…
The Art Symposium 2025 alla Galleria Nazionale di Roma un dialogo tra arti, cultura e pensiero critico.

Il 27 maggio 2025, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, si è tenuta la seconda edizione di The Art Symposium, evento organizzato da Inside Art in occasione del ventesimo anniversario della rivista fondata da Guido Talarico. La giornata ha rappresentato un importante momento di confronto tra mondo culturale, istituzioni e impresa, articolato in quattro panel tematici.
A introdurre i lavori sono stati Cristina Mazzantini, direttrice della Galleria Nazionale, e lo stesso Guido Talarico, ideatore dell’iniziativa. Nel primo panel, dedicato a “La cultura motore dell’industria dei contenuti” e moderato da Talarico, sono intervenuti Valentino Catricalà, Costantino D’Orazio, Alvise di Canossa e Fabrizio Zappi, con riflessioni sul rapporto tra cultura, media e produzione artistica.
Il secondo panel, “Arte e istituzioni, nuove prospettive per il Paese”, moderato da Ilaria Puri Purini, ha visto la partecipazione di Francesca Bazoli, Lorenzo Mariani, Massimo Osanna e Giulia Zamagni, con un focus sul ruolo strategico degli enti pubblici e privati nella valorizzazione culturale.
Il terzo panel, “La rivoluzione digitale, l’innovazione dalle università alle aziende”, è stato moderato da Alessandro Giuli, presidente della Fondazione MAXXI. Tra gli interventi riportiamo quello del Prof. Alberto Gambino, Prorettore dell’Università Europea di Roma, il quale ha risposto al quesito: in cosa consista oggi il soft power delle istituzioni culturali italiane e quali siano i rischi connessi all’uso dell’intelligenza artificiale nella ricerca delle informazioni: “Abbiamo visto in Italia che si è realizzato, qualche mese fa, il cosiddetto G7 dei licei, cioè le più grandi accademie culturali, scientifico-culturali europee si sono incontrate. Hanno cercato di far uscire dalle aule universitarie i saperi legati alle strette competenze scientifiche. In questo è molto importante che, invece, le grandi autorità nazionali e internazionali preservino sempre una zona di rispetto per tutta l’elaborazione scientifico-culturale perché poi possa disseminarsi in modo utile per la collettività. […] Talvolta il pensiero oggi è molto contratto, non è più un pensiero lungo come poteva essere ai tempi del libro come carta stampata […]. Invece, bisogna sempre ricordarsi che è proprio il pensiero minoritario quello che poi fa viva la cultura e la democrazia. Tutti i grandi trend culturali sono partiti sempre da minoranze.”
Sul tema dell’intelligenza artificiale, il Prof. Gambino ha espresso un punto di vista netto: “L’intelligenza artificiale non è innocente. Sono prodotti commerciali che vengono programmati da soggetti, da soggetti privati a fini di business […] E quindi l’output può essere in qualche modo viziato da una cultura, diciamo così, di tendenza legata a una certa prospettiva. Per questo è fondamentale che anche gli altri contesti nazionali si dotino dei loro prodotti commerciali.”
Il panel ha visto anche la partecipazione di Paola Severino, Marcello Presicci e Fabio Vaccarono, offrendo ulteriori spunti sul dialogo tra accademia, impresa e trasformazione digitale.
A chiudere la giornata è stato il panel su “Collezionismo e mercato: gli investimenti culturali”, moderato da Angelo Crespi, con gli interventi di Claudia Dwek, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Giuliana Setari Carusi e Cristina Mazzantini, che hanno discusso le dinamiche del mercato dell’arte e il ruolo dei collezionisti come attori culturali.
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