skip to Main Content

Tim, telemarketing illecito verso due milioni di ex clienti

(via www.repubblica.it) di Alessandro Longo Tim ha trattato in modo illecito i dati di due milioni di suoi ex clienti di rete fissa, provando a chiamarli in una campagna marketing mirata a riconquistarli. È quanto confermato, nei giorni scorsi, in una sentenza del Tribunale di Milano. L’operatore vi si era rivolto per opporsi a una sanzione del Garante della Privacy, che aveva già giudicato illecita questa prassi. Niente da fare: il Tribunale ha dato ragione al Garante, nei giorni scorsi, e ha confermato un principio importante. La privacy degli utenti è sacra: se l’ex cliente non ha espresso il consenso a essere contattato dopo la disdetta, l’operatore se ne deve dimenticare. Non può più chiamarlo, per nessun motivo. Nemmeno – ed è quanto ha fatto Tim – per chiedergli il consenso per future telefonate commerciali. Secondo l’operatore, era un’attività lecita perché chiedere il consenso non è una chiamata pubblicitaria. Il giudice invece, così come il Garante, ritiene che anche quella chiamata è assimilabile a telemarketing, in quanto era parte appunto di una campagna mirata a riconquistare gli ex clienti. E – ha ricordato il giudice – per le norme è possibile fare chiamate pubblicitarie solo a chi via ha dato il consenso.

La sola eccezione è la possibilità di usare l’elenco telefonico pubblico per contattare le persone (in questo caso gli utenti che vi figurano sono costretti a negare il consenso, iscrivendosi al registro delle opposizioni, www.registrodelleopposizioni.it). Non è il caso di Tim, che non ha usato l’elenco pubblico ma un proprio database di cinque milioni di ex-utenti, per quella campagna, di cui solo 3 milioni però avevano dato il consenso alle chiamate pubblicitarie. Tim ha dichiarato al Tribunale di conservare i dati degli ex-utenti per cinque anni dopo la disdetta. Nella sentenza si legge anche che solo 5 mila utenti chiamati hanno in effetti sottoscritto un contratto (cioè sono tornati da Tim). I numeri sono indicativi dell’efficacia di queste campagne, ossia di quanti pochi utenti in effetti siano interessati a essere contattati dagli operatori per motivi pubblicitari.

Il Garante però ha più volte denunciato che le norme contro il telemarketing selvaggio (vedi il registro delle opposizioni) sono troppo deboli e che è ancora troppo frequente essere contattati per offerte commerciali non richieste. Proprio in questi giorni il Garante Antonello Soro si è detto “sconcertato e preoccupato” per una norma passata (con la fiducia) al Senato, all’interno del disegno di legge Concorrenza. In sostanza, per com’è scritta, autorizzerebbe telefonate pubblicitarie a tutti gli utenti, a prescindere dal consenso. Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha promesso che la norma sarà corretta (deve passare ora alla Camera). Al tempo stesso, come ha denunciato giorni fa il Consiglio Nazionale degli Utenti, sarebbe necessario rafforzare le tutele contro gli abusi. Giace al Senato da mesi un disegno di legge specifico, che mira a potenziare il registro delle opposizioni (relatore Raffaele Ranucci del PD). La norma vuole permettere agli utenti di inserire nel registro qualsiasi numero, compresi quelli dei cellulari e quelli non presenti in elenco. Il registro diventerebbe così il primo strumento in Italia con cui l’utente può esprimere il divieto a ricevere chiamate pubblicitarie su qualsiasi numero telefonico.

L’articolo a firma di Alessandro Longo è stato pubblicato sul sito www.repubblica.it il 14 maggio 2017

Back To Top