Giovedì 10 luglio 2025, presso la sede di Unistudio & Gambino Academy a Verona e…
Tutela dei consumatori: la Corte di giustizia conferma il diritto di contestare il trasferimento di proprietà in caso di clausole abusive

Con una recente sentenza, la Corte di giustizia dell’Unione europea ha riaffermato il principio secondo cui la tutela giurisdizionale effettiva dei consumatori deve includere la possibilità, in presenza di specifiche condizioni, di contestare la legittimità del trasferimento di proprietà dell’abitazione familiare avvenuto a seguito di un’esecuzione forzata.
La pronuncia si inserisce nel contesto di una controversia pendente davanti alla Corte regionale di Prešov (Slovacchia), relativa allo sfratto di una coppia da parte della società acquirente dell’immobile in cui risiedevano. La vendita era avvenuta nell’ambito di una procedura stragiudiziale di esecuzione ipotecaria, avviata a seguito del mancato pagamento di rate di un mutuo garantito da ipoteca. I mutuatari, tuttavia, avevano già adito le vie giudiziarie per opporsi all’esecuzione, ritenendo abusiva la clausola contrattuale che consentiva alla banca creditrice di esigere l’immediato rimborso dell’intero debito in caso di ritardi nei pagamenti.
La Corte europea ha chiarito che i consumatori non possono essere privati della possibilità di contestare un’esecuzione forzata se esistono indizi concordanti sull’eventuale abusività di una clausola alla base dell’azione esecutiva, e se il procedimento volto a far valere tali diritti è stato tempestivamente attivato. È irrilevante, in tale contesto, che l’immobile sia già stato venduto a un terzo, qualora quest’ultimo fosse a conoscenza dell’esistenza della contestazione in corso.
Secondo i giudici, l’applicazione della direttiva europea sulle clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori non può essere esclusa in simili circostanze. Al contrario, spetta alle autorità nazionali garantire che i diritti riconosciuti ai consumatori non siano compromessi da meccanismi di esecuzione che impediscano di verificare tempestivamente e con efficacia la legittimità della clausola contestata.
La Corte ha altresì rilevato che una normativa nazionale che consente l’esecuzione forzata nonostante una domanda di sospensione basata su possibili clausole abusive, e che non offre successivamente strumenti per ottenere la dichiarazione di nullità dell’esecuzione stessa, è in contrasto con il diritto dell’Unione.
Con questa decisione, la Corte conferma l’obbligo per gli Stati membri di garantire strumenti di ricorso effettivi anche dopo la conclusione di una procedura esecutiva, ogniqualvolta siano in gioco diritti fondamentali riconosciuti dalla normativa europea in materia di tutela dei consumatori.
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