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Vittorio Occorsio: le sfide del notariato tra mutamenti sociali e nuove tecnologie

C’è contrapposizione tra Blockchain e la professione notarile? I Distributed Ledgers Technologies mettono a repentaglio la professione notarile specie nello scenario di sviluppo legato al fenomeno degli Smart Contracts?

Come può cambiare la figura del notaio a fronte di quella che è considerata la nuova Internet, la Blockchain, né un’applicazione, né una tecnologia, quanto un vero e proprio innovativo paradigma per la gestione delle informazioni?

Quali sono le nuove opportunità, gli strumenti e soprattutto quali i nuovi equilibri che andranno sempre più a caratterizzare la professione del notaio?

Diritto Mercato Tecnologia ha chiesto a Vittorio Occorsio, notaio, docente universatario, autore di saggi su primarie riviste scientifiche nazionali, su opere collettanee, con all’attivo articoli e interviste su prestigiosi quotidiani nazionali, di tracciare il  quadro di contesto e lo scenario che si prospetta.

Lo sviluppo della tecnologia Blockchain ha aperto un grande dibattito nell’ambito della professione notarile. Cosa cambia, quali vantaggi?

Darwin diceva che sopravvive non il più forte o il più intelligente, ma chi si sa adattare meglio al cambiamento. Con questa prospettiva deve affrontarsi il tema della Blockchain e delle nuove potenzialità applicative della tecnologia anche alla professione notarile.

Per quel che ci riguarda più da vicino, la tecnologia blockchain suscita allo stesso tempo interesse e preoccupazione. Interesse da parte dei privati cittadini (tra cui rientrano anche i notai…) che intravedono in questa nuova tecnologia un strumento di indipendenza e risparmio (proprio perché non necessita di “corpi intermedi” come avvocati o notai) capace di assicurare la certezza delle transazioni in misura anche maggiore rispetto ai sistemi di certificazione tradizionali, atteso che i documenti sono criptati, permanenti e tracciabili.

Preoccupazione, in quanto lo sviluppo di questa tecnologia non può dirsi ancora definitivamente compiuto, residuano ancora delle criticità, in particolare ci si chiede se l’automazione esecutiva non rischi di mortificare le esigenze del caso concreto e si rileva il pericolo che l’istruzione sottostante allo smart contract, possa non realizzare effettivamente la volontà dell’utente ovvero possa non essere supportata nel futuro.

In sostanza: siamo proprio sicuri che quei “corpi intermedi” siano stati per secoli così inutili da meritarsi di essere visti come un orpello non necessario?

Quali scenari si aprono a livello di Smart Contracts?

Blockchain, smart contract e notaio vengono spesso prospettati in un’ottica reciprocamente escludente. Si legge che il notariato verrà distrutto, superato, da questa nuova tecnologia che non necessità di intermediari né nella fase di stipulazione né in quella di esecuzione del contratto.

In verità però il notaio svolge anche una funzione di consulenza e comprensione dei documenti sottoscritti dalle parti, egli dunque potrebbe fungere da “traduttore” dello smart contract per quanti non sono capaci di avvalersi autonomamente di queste nuove tecnologie. Non solo.

Nella sua funzione di consulente e interprete della volontà negoziale potrebbe aiutare il cliente nella scelta del modello contrattale più adatto a soddisfare le proprie esigenze di modo che l’automatica esecuzione del negozio non si traduca in un’arma a doppio taglio per l’utente.

Il notariato italiano ha lanciato Notarchain, di cosa si tratta?

La notarchain è una blockchain privata in cui i notai svolgono la funzione di “nodi qualificati” garantendo l’identità e il ruolo dei soggetti che caricano le informazioni nonchè la certezza e la correttezza dei dati introdotti all’interno del sistema che in seguito diventeranno immodificabili.

Il progetto ha lo scopo di sperimentare concretamente la tecnologia blockchain affrontandola in un’ottica propositiva e non difensiva, mostrando una nuova attitudine della classe notarile alle esigenze di digitalizzazione del paese.

Ciò dimostra non solo che il notariato non è intimorito dal progresso, ma che intendere ivi svolgere un ruolo da protagonista, sviluppando una tecnologia digitale e performante a livello di garanzia delle informazioni.

La piattaforma oltre a garantire celerità delle operazioni funzionerà come un raccoglitore di dati a livello mondiale superando le problematicità connesse alla raccolta dati decentrata.

Come vede la figura del notaio nel futuro, quali prospettive si aprono?

Una premessa: i notai non sono né contrari né in ritardo rispetto all’evoluzione tecnologica; dialogano da tempo con la PA (nelle sue varie articolazioni) esclusivamente con documenti informatici trasmessi telematicamente e muniti di firma digitale (registri immobiliari, registro delle imprese e, si spera tra breve, anche registro generale dei testamenti); dal 2013 possono essere stipulati atti in modalità totalmente informatica, dapprima con firma digitale e da oltre un anno anche con firma grafometrica.

Il notariato non deve temere le nuove tecnologie, ma capirle e sfruttarle quali alleate per fornire servizi più trasparenti e veloci.

Ovviamente si trasformerà la figura del notaio al quale spetta il compito di adattarsi al cambiamento mettendo a servizio la propria professionalità giovandosi delle opportunità offerte dal progresso tecnologico.

La nuova sfida del notariato – che peraltro riceve continue sollecitazioni dalle mutazioni normative e dalle evoluzioni sociali in atto, si pensi, solo per dirne una, al grande campo del “testamento biologico”, in cui potremmo esprimere una prestazione di alta consulenza – sarà proprio quella di rendersi partecipe e protagonista del mutamento in atto facendo sì che le nuove tecnologie non si traducano nella fine della professione, ma nel suo adeguamento alla società del domani.

 

 

 

 

 

 

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