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Etica e finanza, alla ricerca di un nuovo paradigma

Alla Stampa Estera il confronto tra manager, esperti, operatori dell’informazione promosso dalla Federazione Banche Assicurazioni Finanza. Gambino: i temi etici sono anche “questione morale”
di Gianfrancesco Rizzuti C’è un gioco/test che circola sui social media in questi giorni. Titolo: per quale lavoro sei adatto? La risposta ce la offre un algoritmo o qualcosa del genere in base all’autovalutazione che diamo rispetto a quattro assi: logica, comunicazione, responsabilità e abilità di persuasione. Il “caso” vuole che se l’autovalutazione sull’asse dell’abilità persuasoria supera in percentuale quella relativa alla responsabilità, la risposta del test è: banchiere.
Ecco, io penso che al di là del giochino, questo debba far riflettere un po’ tutti.
Chi si occupa di tecnologia (qual è la razionalità sottesa al risultato?), di mercati (perché logica e responsabilità sono in secondo piano?), di comunicazione finanziaria (perché l’abilità persuasoria è considerata prevalente?).
A pensarci bene, c’è una questione di fiducia e reputazione. Probabilmente, una questione a metà strada tra finanza ed etica. E questa strada, etica e finanza la può ben percorrere insieme in un nuovo paradigma.
In fondo è questo il risultato della tavola rotonda che si è tenuta a Roma nel famoso (anche per il noto ventaglio delle testate internazionali, v. foto) salone dell’Associazione della stampa estera in Italia, in occasione della presentazione del volume ‘Ethics in Finance, Finance in Ethics’ realizzato dalla FeBAF-Federazione Banche Assicurazioni e Finanza (n.d.r., per cui lavoro) ed edito dalla Luiss University Press).
La consapevolezza dell’importanza di comportamenti etici in azienda sta crescendo, in generale e nel mondo della finanza che si è trovato esposto a livello globale, anche per effetto della crisi, ad un calo di reputazione e fiducia. E’ necessario e urgente recuperare reputazione e non sono sufficienti le misure regolamentari, che sono state le prime ad essere realizzate.
Da chi è percepito come soggetto “forte” di una relazione, come nel caso degli intermediari finanziari, ci si aspetta qualcosa in più. E questo qualcosa in più, è stato sottolineato nel dibattito, non può più essere confinato ad una generica rendicontazione sociale, “non e’ piu’ cosmesi”, come ha osservato Paolo Garonna, segretario generale della Febaf, “ma una parte fondamentale del capitale di un’azienda”.
D’altro canto, è la tesi del volume presentato, se non vi può essere finanza senza attenzione ai principi etici, non vi può neanche essere un’etica senza una corretta interpretazione dei principi finanziari. Perché cresce anche a livello internazionale l’attenzione verso il ruolo di questi ultimi nella riduzione della povertà e nella ricerca del bene comune.
Declinata nel concreto delle prassi aziendali, etica vuol dire introdurre criteri sostenibilità nelle scelte strategiche, concreta responsabilità sociale, welfare integrativo, impegno verso gli stakeholder a cominciare dai collaboratori interni alle imprese, educazione finanziaria per ridurre le asimmetrie informative, investimenti sociali e ottica di lungo termine.
Tutti elementi che sono sempre di più parti integranti delle dinamiche delle imprese, che in questi ambiti stanno dedicando in misura crescente – è il caso proprio di banche e assicurazioni – investimenti e risorse. Un’etica insomma che si pratica concretamente, che diventa elemento integrato e praticato della vita di un’impresa, che non è un’”etichetta” che si incolla e scolla a piacere.
L’etica è anche una questione “morale”, come ha osservato Alberto Gambino intervenendo al dibattito, e la formazione dei giovani studenti – ha detto citando le iniziative concrete dell’Università Europea di Roma – può e deve tenerne conto, per esempio attribuendo crediti formativi agli studenti (manager di domani) che effettuano esperienze di volontariato durante il loro ciclo di studi.
Al dibattito, che si è tenuto durante il Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso da ASviS, sono intervenuti insieme ad Alberto Gambino e Paolo Garonna, Philip Willan (Presidente dell’asssociazione della stampa estera in Italia), Fabio Cerchiai (Presidente di Autostrade e Atlantia), Alessandro De Nicola (presidente di Adam Smith Society e partner Orrick), Carlo Marroni (inviato del Sole 24 Ore) e Tobias Piller (corrispondente della Frankfurter Allgemeine Zeitung).