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Il metaverso

Autore
Stanzione Pasquale
Il metaverso è l’evoluzione (già in atto) di internet destinata, verosimilmente, ad avere le implicazioni più significative sulla società e sulla stessa antropologia contemporanee. Per quanto futuribile, quasi asimoviano possa apparire, Mckinsey stima in 5000 miliardi di dollari il valore del business che, entro il 2030, sarà indotto dal metaverso, che nelle stime di Meta dovrebbe ospitare un miliardo di persone nel prossimo decennio. Se oggi nel mondo si calcola vi siano circa 11 milioni di visori, nel 2026 essi potrebbero giungere a 50 milioni di unità. Secondo Gartner, entro il 2026 una persona su quattro trascorrerà almeno un’ora al giorno in questo spazio virtuale (anche collettivo), in cui realtà fisica e digitale convergono in un’esperienza immersiva, capace di restituire persino percezioni sensoriali.
Si tratterà di una dimensione (articolata anche su plurime piattaforme) caratterizzata da un’interattività persistente, tridimensionale e dunque ancor più credibile, ubiqua e trasversale, in cui è possibile agire e interagire mediante ologrammi che costituiscono veri e propri tramiti digitali del sé. L’esperienza immersiva e totalizzante che esso consente, rendendo l’utente protagonista e non solo fruitore del suo mondo, è qualcosa di profondamente diverso dal web che conosciamo e per questo merita di essere studiato, capito, regolato.
Certamente, quest’ universo multisensoriale a confini mobili, con ambiti suscettibili di coprire ogni settore della vita, spaziando dal lavoro al commercio, dalla didattica (ad esempio per la storia!) all’intrattenimento, riproporrà, ma con valenza esponenziale, opportunità ma anche rischi e problematiche emersi con l’internet “tradizionale”. Ma molte, forse troppe sono le nuove sfide che questa realtà simulata (in tutto o in parte) lancerà, agli ordinamenti giuridici, alle democrazie, al sistema di tutele, dei diritti e delle libertà, ormai consolidato anche per il mondo virtuale, persino al modo di gestire le relazioni sociali e lo stesso rapporto di ciascuno con il reale.
Molto delle sue potenzialità e dei suoi rischi dipenderà da come verrà strutturato, se cioè sarà terreno di conquista dei soli big tech, riproducendo l’oligopolio dei GAFAM, se sarà open source o se invece vedrà una presenza, da definire nei modi e nelle forme, del pubblico. Certo è che la concentrazione di dati che comporterà dovrà essere bilanciata da responsabilità rilevanti delle piattaforme. In particolare, dovranno introdursi cautele volte a contrastare violazioni e abusi (una delle prime esperienze del metaverso si è caratterizzata per una violenza sessuale di gruppo ai danni di una ricercatrice, tramite il suo avatar) favoriti dalla mancata percezione dell’impatto reale di ogni illecito virtuale.
Andranno, inoltre, adottate tutte le misure necessarie ad impedire un’eccessiva dipendenza, soprattutto dei giovani, da questa dimensione quasi onirica, capace di alienarli dalla realtà. E dovrà analizzarsi a fondo l’impatto, sociale e antropologico, suscettibile di derivare dalla disponibilità, potenzialmente costante, di una dimensione “altra” in cui proiettare la propria vita, sublimando anche le delusioni e le difficoltà della vita reale.
Questo libro, con la convergenza di esperti di settori e sensibilità diversi, tenta di analizzare a fondo – e trasversalmente – le molte implicazioni di questa nuova tecnologia immersiva, dal diritto alla geopolitica, dall’etica alla psicologia, dalla sociologia alla filosofia, delineando gli scenari possibili della sua governance, le garanzie da introdurre, le sfide da vincere per coniugare innovazione e tutela della persona.
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