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I servizi “non lineari”, le nuove reti “neutrali” e lo sviluppo del “video on demand” in Europa: il nuovo rapporto ITMedia Consulting
di Augusto Preta Negli ultimi anni internet è profondamente cambiato, in seguito all’esplosione dei servizi video. L’ingresso di operatori di grandi dimensioni, l’aumento esponenziale dei contenuti di video entertainment di tipo professionale e in modalità legale, la crescente penetrazione di nuovi servizi e dispositivi in grado di veicolare contenuti a richiesta e di elevata qualità, hanno avuto come conseguenza un drammatico aumento del traffico sulle reti IP. Tale tendenza non accenna a rallentare. Smart TV, game console, tablet e altri apparati mobili alimenteranno la crescita di tale mercato. L’imminente commercializzazione su vasta scala di televisori Ultra HDTV rafforzerà tali tendenze. L’effetto dirompente dell’incremento del traffico video sulla rete è stato descritto con il termine “data tsunami”. Questa definizione suggerisce l’idea distruttiva che le reti soccomberanno in maniera devastante alla notevole quantità di dati immessi e che eccederà la capacità delle reti esistenti, creando grandi problemi al funzionamento e alla circolazione dei contenuti. L’indicatore che più spesso viene utilizzato è l’uso massivo della banda da parte di un solo operatore, Netflix, che raggiunge in Usa oltre il 30% del picco di traffico e se si aggiunge anche You Tube si arriva alla conclusione che i primi 2 operatori di video entertainment occupano oltre il 50% della banda utilizzata. Attualmente se è vero che tutti i dati convergono su una crescita sostenuta, trainata dal video e dal mobile (tablets in particolare), va anche considerato come le fonti più affidabili come Internet Exchanges (Europa) e Cisco Visual Networking Index prevedono una riduzione anno su anno nei tassi di crescita. Ad esempio, laddove il traffico globale, secondo Cisco, è cresciuto di 8 volte nel periodo dal 2007 al 2012, nel quinquennio successive (fino al 2017) crescerà di 3 volte, ad un tasso medio annuo del 29%. In Europa nel 2012, la crescita è stata del 29%, rispetto al 41% del 2011. Allo stesso tempo però, pur tenendo in dovuto conto la legge di Moore, sempre in Europa l’espansione delle reti in fibra, che caratterizza l’evoluzione attuale, dovrebbe consentire un ulteriore incremento, ritornando nei prossimi anni al livello del 2011 (+41% su base annua). In definitiva, se il traffico internet è destinato a crescere, a ritmi sostenuti, ciò sarà determinato principalmente dal video. Anche in Europa occidentale, secondo Cisco, il traffico internet rappresenta oltre il 50% del traffico complessivo già nel 2012. Inoltre, sempre in Europa Occidentale, il traffico video su reti mobili sarà cresciuto di quasi 20 volte tra il 2011 e il 2016, a un tasso medio annuo dell’80%, costituendo già a partire dal 2015 oltre il 50% del traffico dati mobile. Questo richiederà reti sempre più capaci e performanti, in grado di veicolare tali contenuti, lasciando aperte questioni legate alla gestione del traffico e alla qualità dei servizi che costituiscono una componente primaria del dibattito attuale, che investe le comunicazioni elettroniche, incentrato sulla neutralità della rete. Questo dibattito, negli Stati Uniti come in Europa, si sta riaccendendo alla luce di alcune decisioni attese dai regolatori statunitensi (FCC) ed sul sul tema della net neutrality e delle possibili relazioni economiche che si potranno sviluppare in riferimento a modelli di prioritarizzazione e di qualità garantita del traffico richiesta da determinati fornitori e distributori di contenuti (Netflix su tutti). Tutto ciò determina un nuovo atteggiamento e nuove aspettative da parte degli operatori di rete e degli ISP nei confronti di quella che viene definita la “televisione connessa” e il suo potenziale effetto nei confronti dello sviluppo delle reti e dei possibili modelli di business per l’internet futuro. Un operatore come Swisscom, nella presentazione fatta agli analisti e agli investitori, si è dichiarato particolarmente favorevole allo sviluppo della OTT TV, nella consapevolezza di un declino dei servizi e dei ricavi tradizionali in favore di strategie di cooperazione con gli OTT volte ad accrescere gli investimenti nelle reti e all’aumento della velocità nell’accesso. A fianco dunque a reti sempre più performanti, l’altro elemento distintivo e necessario per favorire la domanda di video entertainment è la disponibilità di apparati connessi. La televisione connessa in fondo è l’ultima tappa di un processo evolutivo che negli ultimi 20-30 anni ha visto al centro del cambiamento il consumatore, accrescendo la varietà di scelta e il livello di controllo. Senza ripercorrere la lunga storia fatta di pochi canali in chiaro sostituiti da offerte sempre più ampie, personalizzate, flessibili e facilmente accessibili, quello che oggi emerge con evidenza è che il consumo di televisione e di contenuti video sta aumentando: i consumatori dimostrano di essere insaziabili divoratori di video entertainment e accedono all’offerta mediale in quantità mai vista prima. In altre parole, i media digitali non stanno rimpiazzando i media tradizionali, semplicemente le persone ne stanno consumando di più e, grazie al digitale, in modalità spesso multitasking. In definitiva, il quadro che emerge è che gli spettatori vogliono sempre più contenuti video di intrattenimento, i produttori di tali contenuti vogliono distribuirli sul maggior numero di piattaforme e di schermi possibili e i titolari dei diritti sui contenuti vogliono essere sicuri di essere adeguatamente remunerati. Una volta che queste condizioni si realizzano, anche per l’operatore televisivo, pay o free, che opera in un mondo broadcast ormai maturo e prossimo alla saturazione, diventa complicato giustificare assenze o ritardi sull’unico versante in crescita: internet. Immagine in home page: Rankingz.com 6 giugno 2014