skip to Main Content

Nell’Ue viene rimosso 70% dei contenuti di odio online notificati

Le multinazionali tecnologiche sono sempre più pronte a rispettare l’impegno di eliminare la maggior parte dei messaggi illegali di incitamento all’odio entro 24 ore.

Dopo Facebook, Twitter, YouTube e Microsoft, che nel maggio 2016 hanno sottoscritto un codice di condotta per contrastare la diffusione di questi contenuti in Europa, ora anche Instagram e Google+ hanno annunciato che intendono aderire. Ma nella sua terza valutazione sull’attuazione di questo protocollo, la Commissione europea rileva come permangano alcune lacune, specie la mancanza di un feedback sistematico agli utenti che li hanno segnalati.

Realizzata da una serie Ong ed enti pubblici, la valutazione ha evidenziato come le aziende informatiche abbiano rimosso in media il 70% dei messaggi illegali di incitamento all’odio loro notificati.

La percentuale di contenuti rimossi è aumentata costantemente dal 28% nel primo ciclo di controlli nel 2016 e dal 59% nel secondo ciclo del maggio 2017. Oggi, recita un comunicato dell’Ue, tutti le imprese informatiche partecipanti soddisfano pienamente l’obiettivo di verificare la maggior parte delle notifiche entro 24 ore, con una media di oltre l’81%.

Questa percentuale è raddoppiata rispetto al primo ciclo di controlli ed è aumentata rispetto al 51% delle notifiche verificate entro 24 ore registrato nel precedente ciclo di controlli.

Se i principali impegni previsti dal codice di condotta sono stati onorati, secondo Bruxelles servono ulteriori miglioramenti in vari settori. Il feedback agli utenti è ancora insufficiente per quasi un terzo delle notifiche in media, con diversi tassi di risposta da parte delle varie aziende informatiche. La trasparenza e il feedback agli utenti sono ambiti in cui occorre prevedere ulteriori miglioramenti.

Il codice di condotta integra la legislazione contro il razzismo e la xenofobia, dice ancora la Commissione Ue, che prevede un efficace perseguimento degli autori dei reati di incitamento all’odio, sia online che offline. In media, un caso su cinque notificato alle aziende informatiche è stato anche segnalato dalle Ong alla polizia o alla giustizia. Questo dato è più che raddoppiato dall’ultima relazione di controllo. Casi di questo tipo vanno tempestivamente indagati dalla polizia.

La Commissione ha messo a disposizione delle autorità nazionali, della società civile e delle imprese una rete per favorire la collaborazione e lo scambio di buone pratiche, come pure un sostegno finanziario mirato e indicazioni operative.

irca due terzi degli Stati membri dispongono ora di uno sportello nazionale responsabile delle forme di incitamento all’odio online. Un dialogo specifico tra le autorità competenti degli Stati membri e le aziende informatiche è in programma per la primavera 2018.

La Commissione continuerà a monitorare periodicamente l’attuazione del codice di condotta da parte delle aziende informatiche con l’aiuto delle organizzazioni della società civile. Punta inoltre ad estenderlo ad altre piattaforme online. La Commissione valuterà misure aggiuntive se gli sforzi non dovessero proseguire o rallentare.

(Fonte Cyber Affairs)

Back To Top