A gennaio 2025 l’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo ha pubblicato il report “The definition of independent…
La tecnologia ai tempi del coronavirus

Di Tommaso Edoardo Frosini
Nell’epoca dell’illuminismo era “la filosofia in soccorso dei governi” – per citare Gaetano Filangieri – oggi, nell’era del pessimismo dovuto all’emergenza sanitaria, è la tecnologia che soccorre i governi e pure i governati. Chi ha sempre creduto negli aspetti prevalentemente benefici della tecnologia non si meraviglia. Chi, invece, ha ritenuto che l’innovazione tecnologia fosse un’epidemia in grado di azzerare i rapporti umani e di distruggere le fondamenta della democrazia si dovrebbe ricredere.
Innanzitutto, una chiarificazione d’ordine concettuale: intendo per “tecnologia” il fecondo connubio di scienza e di tecnica, che si è verificato con la stimolazione della ricerca scientifica verso obiettivi pratici e con la rivalutazione della tecnica, in quanto collegata e sottomessa alla ricerca scientifica; pertanto, la tecnologia è il prodotto della scienza resa operativa. Certo, oggi la tecnologia assume molte declinazioni operative, di cui internet è la più diffusa. Come spazio di libertà per l’esercizio dei diritti costituzionali.
Prendiamo il diritto all’istruzione: oggi, dopo la chiusura di scuole e università per l’emergenza del coronavirus, le lezioni si svolgono e si apprendono online. Tutti i livelli di istruzione si sono organizzati con piattaforme digitali, in grado di assicurare continuità al funzionamento delle scuole e delle università. Smartphone, tablet e personal computer sono diventati gli strumenti attraverso i quali seguire le lezioni e interagire con gli insegnanti. Quindi la tecnologia ha inventato un diverso modo di fare didattica, che non può essere ritenuto sostitutivo a quello tradizionale della presenza fisica in aula ma piuttosto alternativo, specialmente quando imposto dall’emergenza.
Prendiamo il diritto al lavoro: oggi, dopo la riduzione degli orari degli uffici e del commercio e il divieto a muoversi da casa, si è valorizzato lo smart working, ovvero il “lavoro agile”, quale modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e organizzato per remoto, attraverso l’uso dei computers e di internet. Moltissimo lavoro può essere trasformato in telelavoro da casa, senza che ne risenta la produttività e con il risparmio in termini economici che comporta “andare a lavorare in ufficio” (oltre a vantaggi per l’ambiente).
Prendiamo il diritto alla giustizia: oggi, dopo i provvedimenti che impongono l’annullamento di udienze svolte in tribunale, si può benissimo utilizzare e così valorizzare il processo telematico, non solo e non tanto per le notifiche con la firma digitale ma anche attraverso una serie di atti processuali che possono essere svolti in via remota, come per esempio le udienze e le camere di consiglio da svolgersi in teleconferenza, laddove possibile ovviamente.
Prendiamo, infine, il diritto fondamentale alla salute: unico diritto al quale la costituzione riserva l’aggettivo “fondamentale” (art. 32). E’ inutile dire dell’importanza, anzi della fondamentalità, della tutela della salute dell’individuo, da sempre e non solo oggi al tempo del coronavirus. Qui il contributo della tecnologia, come prodotto della scienza resa operativa, è davvero decisivo. Tutti i centri di ricerca e i laboratori medici lavorano meglio e di più grazie all’apporto fornito dagli strumenti tecnologici. Solo internet consente di dialogare in rete fra tutti i laboratori nel mondo, che sono impegnati nella ricerca sanitaria per ottenere nuovi farmaci e nuove cure. E l’intelligenza artificiale rappresenta un supporto determinante per la ricerca scientifica medica. Già con il coronavirus, dove si è potuto sviluppare un nuovo sistema di diagnosi attraverso l’intelligenza artificiale, che permette di rilevare, tramite TAC, nuovi casi di coronavirus in venti secondi e con un tasso di precisione fino al 96%.
Quindi: la tecnologia è davvero in soccorso dei governi e della cittadinanza. I diritti continuano a essere esercitati e tutelati per il tramite dell’ausilio tecnologico. A una condizione imprescindibile, che è quella di garantire il diritto all’accesso libero e gratuito a internet. Tutti devono essere messi in condizione di accedere gratuitamente alla rete per esercitare i diritti di cittadinanza. E oggi stiamo capendo il perché.