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Tripadvisor, il Tar annulla la multa da 500mila euro. L’azienda: “Estremamente soddisfatti”. Federalberghi: “La sentenza conferma l’esistenza di un serio problema”. Unc: “Chi tutela quindi i consumatori?”

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TripadvisorIl Tar del Lazio ha annullato la multa da 500mila euro che nel dicembre 2014 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva comminato a Tripadvisor in merito alla veridicità delle recensioni pubblicate dagli utenti. Sono stati così accolti i due ricorsi presentati da Tripadvisor Italy e Tripadvisor LLC, in quanto la piattaforma “non ha mai asserito che tutte le recensioni sono vere, richiamando anzi l’impossibilità di controllo capillare e invitando a considerare le tendenze delle recensioni e non i singoli apporti”. A seguito delle segnalazioni di Unione Nazionale Consumatori, Federalberghi e alcuni consumatori, l’Antitrust aveva avviato una istruttoria nel maggio 2014 per poi giungere ad un provvedimento con il quale si affermava di aver “accertato la scorrettezza della pratica commerciale realizzata, a partire da settembre 2011 e tuttora in corso” e si vietava “la diffusione e la continuazione di una pratica commerciale consistente nella diffusione di informazioni ingannevoli sulle fonti delle recensioni, pubblicate sulla banca dati telematica degli operatori, adottando strumenti e procedure di controllo inadeguati a contrastare il fenomeno delle false recensioni. In particolare, TripAdvisor – affermava l’Agcm – pubblicizza la propria attività mediante claim commerciali che, in maniera particolarmente assertiva, enfatizzano il carattere autentico e genuino delle recensioni, inducendo così i consumatori a ritenere che le informazioni siano sempre attendibili in quanto espressione di reali esperienze turistiche”. Per il Tar le ricorrenti “hanno depositato in giudizio sufficienti elementi, desumibili da una perizia tecnica, da cui dedurre che esiste un approfondito sistema di controllo concentrato sulle sofisticazioni organizzate a scopo economico, le uniche in grado, in quanto organizzate, di influire sulla media del punteggio relativo alla singola struttura”. Inoltre “non si rileva alcun messaggio ingannevole, in quanto Tripadvisor esplicitamente nel sito evidenzia che non è in grado di verificare i fatti (e quindi la veridicità o meno) delle recensioni, che queste costituiscono mere opinioni degli utenti e che l’affidabilità del messaggio deriva dall’esame di un numero elevato di recensioni per la stessa struttura”, e “non essendo possibile verificare i fatti riconducibili ai milioni di recensioni, non si comprende quale nocumento per il consumatore abbia rilevato l’Autorità nelle sua valutazioni conclusive”. “La sentenza conferma l’esistenza di un serio problema, in relazione al quale Tripadvisor, all’ombra di una legislazione lacunosa, continua inspiegabilmente a rifiutarsi di apportare correttivi, che con un minimo sforzo migliorerebbero di molto l’affidabilità del gufo“, è il commento di Federalberghi. “Ne è prova – si legge ancora in una nota della federazione – l’ennesimo caso eclatante registrato pochi giorni fa, in cui un ristorante in provincia di Brescia, ma nei fatti inesistente, ha scalato le vette della classifica raggiungendo in un mese il primo posto grazie ad una decina di recensioni taroccate. Questa vicenda ha tuttavia il merito di aver rivolto al pubblico un messaggio forte e chiaro: l’invito esplicito a non prendere per oro colato tutto ciò che circola in rete, che purtroppo viene spesso inquinato da furbetti e mascalzoni che si nascondono dietro lo schermo dell’anonimato”. Federalberghi conclude confermando “la propria disponibilità a collaborare con tutti i siti che pubblicano recensioni, incluso Tripadvisor, con l’obiettivo di far sì che vengano pubblicate solamente vere opinioni, di vere persone, che raccontano una era vacanza”. Update 14 luglio – Tutt’altro tono nel commento ufficiale di Tripadvisor, che in una nota afferma: “Siamo estremamente soddisfatti che il Tar del Lazio abbia ribaltato la decisione dell’Autorità Antitrust confermando ciò che abbiamo sempre saputo: Tripadvisor rappresenta una risorsa affidabile e preziosa, non contiene alcun messaggio ingannevole rispetto alla fonte delle recensioni e i processi che utilizza per mantenere l’integrità dei contenuti sono molto efficaci. Milioni di persone utilizzano Tripadvisor ogni giorno per trovare aiuto nel prendere le migliori decisioni per le prenotazioni di viaggio ed essere sicuri di ricavare il miglior valore possibile da quanto guadagnato con fatica. Questa è sia una vittoria per i consumatori sia una conferma dell’impegno di Tripadvisor nell’aiutare a democratizzare l’industria del turismo”. Arriva intanto anche la dura presa di posizione dell’Unione Nazionale Consumatori, che per bocca del suo segretari generale Massimiliano Dona dichiara: “Non basta il parere di un giudice che dà ragione a Tripadvisor per conquistare la fiducia dei consumatori: quel che ci interessa è che si faccia il possibile per garantire la veridicità delle recensioni. Affermare come si legge sulla sentenza che Tripadvisor non ha mai asserito che tutte le recensioni sono vere, richiamando anzi l’impossibilità di controllo capillare e invitando a considerare le ‘tendenze’ delle recensioni e non i singoli apporti vuol dire in altre parole: ce ne laviamo le mani, affari vostri!. Sarebbe come, insomma, se un’azienda alimentare non si prendesse la responsabilità dei prodotti che mette sul mercato o una casa di moda vendesse capi difettosi, dando la colpa ai possibili intoppi della filiera. Non solo, appaiono contraddittorie le affermazioni esiste un approfondito sistema di controllo e contemporaneamente Tripadvisor esplicitamente nel sito evidenzia che non è in grado di verificare i fatti (e quindi la veridicità o meno) delle recensioni”: come funziona, dunque, questo sistema di controllo? Ci rendiamo conto che controllare in Rete è forse più complicato rispetto al mercato fisico, ma ancora una volta la legge e l’attività di controllo non possono rimanere due passi indietro rispetto al progresso”. “Proprio TripAdvisor dovrebbe avere l’interesse a garantire l’attendibilità dei giudizi – conclude Dona – da parte nostra abbiamo proposto sistemi per tracciare le recensioni, ma da Tripadvisor non ne vogliono sapere. Basterebbe, insomma, un po’ di disponibilità a collaborare da parte dell’azienda. Ci auguriamo che il secondo grado di giudizio tenga conto che, affinché ci sia la libera concorrenza è fondamentale la trasparenza”. 13 luglio 2015

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