skip to Main Content

Il primo avvocato generale Szpunar del Tribunale dell’UE sostiene la conservazione dei dati per la ricerca dei colpevoli di reati online

Il Primo Avvocato Generale Szpunar ha recentemente emesso conclusioni rilevanti riguardo alla conservazione e all’accesso ai dati relativi all’identità civile associati agli indirizzi IP utilizzati per reati online. Secondo le sue dichiarazioni, tale pratica dovrebbe essere consentita quando tali dati rappresentano l’unico mezzo per identificare i responsabili di reati commessi esclusivamente su Internet.

Nelle conclusioni presentate, Szpunar ha sottolineato la compatibilità del meccanismo di risposta graduata implementato dall’autorità amministrativa francese responsabile della protezione dei diritti d’autore con i requisiti del diritto dell’Unione in materia di protezione dei dati personali.

La discussione è stata avviata nell’ambito di una causa giudiziaria in Francia, in cui quattro associazioni per la protezione dei diritti e delle libertà su Internet contestano un decreto che consente all’Alta Autorità per la diffusione delle opere e la protezione dei diritti su Internet (Hadopi) di richiedere agli operatori di comunicazioni elettroniche i dati relativi all’identità civile degli utenti associati agli indirizzi IP utilizzati per violare i diritti di proprietà intellettuale.

Szpunar ha argomentato che la raccolta e il trattamento automatizzato di tali dati, senza un controllo preventivo da parte di un giudice o di un’entità amministrativa indipendente, non violano il diritto dell’Unione. Ha enfatizzato che tali dati, come gli indirizzi IP e le informazioni sull’opera in questione, non forniscono dettagli sulla vita privata del presunto autore della violazione del diritto d’autore. Piuttosto, consentono semplicemente di identificare coloro che potrebbero essere responsabili delle violazioni, permettendo all’autorità di adottare misure appropriate, se necessario.

Szpunar ha sottolineato che questa posizione non rappresenta un cambiamento radicale nella giurisprudenza esistente, ma piuttosto un adattamento pragmatico per affrontare circostanze particolari. Questo approccio bilanciato, basato sul principio di proporzionalità, è finalizzato a prevenire l’impunità sistematica per reati commessi esclusivamente online.

Le conclusioni di Szpunar rappresentano un importante sviluppo nel dibattito in corso sulla gestione dei dati per indagare sui reati online e possono influenzare futuri provvedimenti in questo settore in tutta l’Unione Europea.

Back To Top