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5G, Agcom approva il piano frequenze: “Intervenga il legislatore”

Il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha approvato il nuovo Piano nazionale di assegnazione delle frequenze (PNAF 2018), secondo quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2018.

Il Piano prevede 15 nuove reti digitali terrestri in tecnologia DVBT2, così ripartite: 10 reti nazionali in banda UHF, 4 reti locali in banda UHF e una rete su base regionale in banda III VHF destinata, secondo la normativa vigente, alla trasmissione di programmi televisivi in ambito locale nonché di programmi di servizio pubblico contenenti l’informazione a livello regionale.

L’approvazione del piano si inserisce nel processo disciplinato e scadenzato dalla Legge di Bilancio che, nel quadriennio 2018-2022, porterà a riassegnare le frequenze della banda 700 MHz, attualmente in uso per il servizio broadcasting, ai sistemi terrestri in grado di fornire servizi di comunicazione elettronica in banda larga senza fili (5G).

In questa prospettiva il Consiglio ha ritenuto poi di rivolgere, ai sensi dell’art. 1, comma 6, lettera c), n.1, della legge 31 luglio 1997, n.249, una segnalazione al Governo finalizzata a rappresentare alcuni elementi di criticità connessi all’applicazione delle disposizioni della Legge di Bilancio, emersi nel corso degli approfondimenti istruttori condotti dall’Autorità anche ai fini dell’approvazione del PNAF 2018.

“L’attuale ripartizione del piano tra reti nazionali e reti locali è il risultato dell’applicazione della riserva di un terzo dello spettro alle emittenti locali – spiega il Commissario Antonio Nicita -, un vincolo normativo che non è il risultato di un’analisi di effettivo fabbisogno e che potrebbe quindi inficiare l’allocazione efficiente dello spettro nel nuovo contesto di refarming”.

E’ per questo che l’Autorità, “contestualmente all’approvazione del Piano – dice il Commissario – ha segnalato oggi a Governo e Parlamento le possibili distorsioni derivanti dall’attuale quadro normativo e la necessità di superarlo in tempi rapidi per consentire una revisione del Piano che tenga conto di effettivi fabbisogni in vista di un’allocazione efficiente delle risorse spettrali”.

“Analoghe criticità – prosegue Nicita – sono state riscontrate in relazione ai criteri di conversione. Un pronto intervento legislativo potrà permettere il superamento di queste criticità con una conseguente ridefinizione della tempistica dei vari adempimenti da parte di Agcom e Mise, pur nel rispetto dei tempi complessivi previsti dalla Legge di Bilancio 2018 per la liberazione e riassegnazione delle risorse spettrali”.

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