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La macchina che impara osservando

Per la prima volta una macchina ha imparato osservando, senza ricevere alcuna istruzione diretta: è l’ultimo traguardo, secondo quanto scrive l’Ansa, raggiunto dall’intelligenza artificiale e il primo passo per una nuova generazione di macchine in grado di “capire” senza essere programmate.

A ottenere il risultato, pubblicato sulla rivista Swarm Intelligence, è stata l’università britannica di Sheffield.

Il metodo che ha permesso di ottenere questo risultato si basa sul gioco dell’imitazione proposto dal celeberrimo matematico britannico Alan Turing, per verificare se una macchina sia in grado di “pensare”.

Mentre il test di Turing consiste in una sfida tra l’uomo e il computer nella quale quest’ultimo vince se viene scambiato per ‘umano’, l’esperimento dell’università di Sheffield vede in campo un programma di intelligenza artificiale e due sciami di robot, uno dei quali è in grado di apprendere e di imitare i movimenti dell’altro.

Il compito in cui ha dovuto cimentarsi l’intelligenza artificiale è stato riconoscere lo sciame che imita l’altro: un obiettivo che la macchina ha raggiunto in pieno, semplicemente osservando con attenzione i movimenti dei robot.

“Il vantaggio di questo approccio è che l’uomo non dovrà più fornire istruzioni alle macchine”, ha osservato Roderich Gross, che ha coordinato la ricerca. ”Immaginate che si voglia creare un robot pittore che dipinga come Picasso. Qualcuno – ha spiegato ancora – dovrebbe prima dire agli algoritmi di apprendimento come si fa a dipingere come Picasso. Il nostro metodo non richiede tali conoscenze a priori, dovremmo solo premiare il robot che riesce a dipingere da solo come Picasso“.

(Fonte Ansa)

3 settembre 2016

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