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Colossi informatica contro la legge cinese sulla cyber security

 

Secondo quanto riporta Cyber Affairs, in virtù delle  norme recentemente approvate (e che includono la memorizzazione dei dati personali degli utenti e di quelli aziendali su server cinesi e l’obbligo ad offrire supporto tecnico alle agenzie di sicurezza locali in caso di indagini), Pechino chiede alle società di software, ai distributori di rete e ai produttori di dispositivi tecnologici – stranieri e non – di condividere con il governo il proprio codice sorgente e la proprietà intellettuale alla base dei propri applicativi, per dimostrare l’invulnerabilità informatica dei propri prodotti o servizi.

Le compagnie tech, però – scrive il Wall Street Journal -, credono che sarebbe proprio l’eventuale condivisione del codice sorgente a non garantirne l’invulnerabilità, in quanto, nell’atto della condivisione, potrebbe finire nelle mani del crimine informatico o della concorrenza.

6 dicembre 2016

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