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Google AdSense: Il Tribunale dell’Unione Europea annulla la decisione della Commissione

Big Data

Il Tribunale dell’Unione Europea ha annullato la decisione della Commissione Europea del 2019, che aveva imposto a Google una multa di quasi 1,5 miliardi di euro per abuso di posizione dominante attraverso la piattaforma pubblicitaria AdSense. Sebbene il Tribunale abbia confermato gran parte delle conclusioni della Commissione, ha ritenuto che quest’ultima abbia commesso errori nella valutazione della durata delle clausole contrattuali ritenute abusive.

Google ha lanciato nel 2003 la piattaforma pubblicitaria AdSense, sviluppando vari servizi, tra cui AdSense for Search (AFS). Questo servizio permetteva ai gestori di siti web di integrare motori di ricerca e visualizzare annunci pubblicitari legati alle ricerche effettuate dagli utenti, generando entrate per i gestori stessi. Tuttavia, i contratti stipulati tra Google e i publisher (Google Services Agreements, GSA) contenevano clausole che limitavano o proibivano la visualizzazione di annunci di servizi concorrenti.

Nel 2016, la Commissione Europea ha avviato un’indagine su tre clausole specifiche nei contratti GSA: una clausola di esclusività, una di posizionamento e una di autorizzazione preventiva. Tali clausole, secondo la Commissione, potevano escludere i concorrenti di Google dal mercato. Google ha modificato o rimosso queste clausole a settembre 2016, ma la Commissione ha comunque multato l’azienda per violazione dell’articolo 102 TFUE, ritenendo che Google avesse commesso un’infrazione unica e continuativa dal 2006 al 2016.

Il Tribunale, nel suo giudizio, ha stabilito che la Commissione non ha dimostrato adeguatamente che le clausole in questione abbiano effettivamente impedito ai publisher di rivolgersi a intermediari pubblicitari concorrenti di Google. Inoltre, la Commissione non ha fornito prove sufficienti per dimostrare che tali clausole abbiano impedito l’accesso dei concorrenti a una parte significativa del mercato della pubblicità online nell’Area Economica Europea (EEA).

Il Tribunale ha anche criticato la Commissione per non aver tenuto conto di tutte le circostanze rilevanti, in particolare della durata effettiva dei contratti. Molti contratti avevano una durata limitata a pochi anni, nonostante fossero stati rinnovati o prolungati più volte. La Commissione, tuttavia, si era concentrata solo sulla durata cumulativa dei contratti senza considerare se i publisher avessero la possibilità di rivolgersi ad altri intermediari durante i rinnovi o in caso di diritti di risoluzione unilaterale.

Infine, il Tribunale ha concluso che la Commissione non ha dimostrato che le clausole avessero effettivamente causato un effetto di esclusione dal mercato nel 2016. Inoltre, non ha provato che tali clausole abbiano ostacolato l’innovazione, rafforzato la posizione dominante di Google o arrecato danni ai consumatori.

Di conseguenza, la decisione della Commissione è stata annullata in toto.

 

 

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