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I-Com, aumenta l’offerta digitale fissa ma serve scossa domanda

L’Italia ha fatto grandi passi avanti nell’offerta digitale fissa, con un aumento della copertura del 28,4% (dal 43,9% del 2015 al 72,3 del 2016), riducendo così la distanza dalla media europea di 3,7 p.p. Continua a preoccupare, invece, il lato della domanda, dove si rilevano solo timidi segnali di miglioramento: in particolare, resta deludente il numero di sottoscrizioni di abbonamenti in fibra, pari nel 2016 a solo il 3% del totale degli abbonamenti in banda larga, un dato notevolmente al di sotto della media Ue (-16,7 p.p.), così come la diffusione dell’e-commerce (-21,2 p.p.).

È questo il quadro che emerge dal Rapporto dell’Istituto per la Competitività, I-Com, ‘Italia digitale. Alla ricerca di uno shock della domanda’, presentato oggi a Roma dal think tank europeo, presieduto da Stefano da Empoli, in un convegno al quale hanno partecipato i principali stakeholder istituzionali e del mondo digitale, ma anche parlamentari e rappresentanti della società civile. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con Discovery, Ericsson, Eutelsat, Nokia, Rai Way, Sky, TIM, Tivù e Vodafone.

In particolare, l’Istituto per la Competitività ha elaborato l’I-Com Broadband Index (IBI), un indice che fotografa la “maturità digitale” dei Paesi europei, lato domanda, comprensivo delle variabili relative al grado di penetrazione della banda larga rispetto alle abitazioni, al grado di sviluppo dell’e-commerce, all’accesso giornaliero a internet da parte degli individui e alla percentuale di connessioni, e lato offerta – comprensivo invece delle variabili relative al grado di copertura della banda larga rispetto alle abitazioni e al grado di copertura della banda ultralarga (connessioni pari o superiori a 30Mbps) per percentuale di abitazioni raggiunte, al grado di copertura 4G (LTE) in termini di percentuale di famiglie raggiunte dalla rete.

L’Indice I-Com vede sul gradino più alto del podio la Danimarca, alla quale l’IBI assegna, in quanto best performer, il punteggio massimo (100), seguita da Svezia e Lussemburgo, con un punteggio di 99,6 e 99,3 rispettivamente.

Andando ad analizzare l’IBI lato domanda e l’IBI lato offerta emerge come l’Italia, 20esima sul piano dell’offerta (guadagnando una posizione rispetto alla classifica 2016) occupi addirittura la 25a posizione sul piano della domanda (stabile rispetto alla classifica dello scorso anno). A parte il posizionamento, se nell’IBI lato offerta l’Italia passa da 78,2 nel 2016 a 87,9 nel 2017, nello stesso arco temporale l’IBI lato domanda certifica addirittura un (lieve) arretramento rispetto al Paese best performer, da 57,7 a 57,4.

Il Rapporto di I-Com descrive inoltre il grado di copertura della rete fissa di ultima generazione, a livello sia provinciale che regionale. Tra le regioni, primeggia la Puglia, con una percentuale di copertura delle unità immobiliari complessive pari all’87% (rispetto alla media nazionale che è pari al 72,3%), seguita dal Lazio, dove in media oltre un’unità immobiliare su cinque è raggiunta dalla rete. Grandi progressi sono stati compiuti in Basilicata, dove solo un’abitazione su due risultava raggiunta dalla rete di ultima generazione, dato oggi pari al 73%. Per quanto riguarda invece i comuni, Toscana e Sicilia sono le due regioni con la più ampia copertura – la prima con l’83,2%, la seconda col 70,8%.

Rispetto allo scorso anno, il numero di comuni raggiunti dalla rete di ultima generazione è cresciuto notevolmente, raggiungendo un totale, a livello nazionale, di 3.524 (43,8%). Dal punto di vista concorrenziale, sono oltre 9 su 10 le città capoluogo di provincia in cui la banda ultra larga è offerta da più di un operatore, e nel 79% di esse i cittadini possono scegliere tra almeno 3 operatori per la sottoscrizione di un abbonamento in banda ultra larga.

Per quanto riguarda, infine, il comparto mobile e lo sviluppo della rete 4G, il grado di copertura in termini di popolazione è oramai in generale piuttosto elevato, con percentuali superiori al 95% in tutte le regioni ad eccezione di Sardegna, Molise e Basilicata, dove la copertura ha comunque raggiunto, rispettivamente, il 93,5%, il 93% e il 92,5% degli abitanti.

(Fonte Cyber Affairs)

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