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Secondo Facebook le vere minacce sono TikTok e la Cina

Durante il suo discorso alla Georgetown University, il CEO di Facebook Mark Zuckerberg ha attaccato direttamente l’applicazione rivale TikTok e la Cina sull’elemento cardine del suo discorso: la libertà di parola. “Mentre i nostri servizi vengono utilizzati da protestanti e attivisti ovunque grazie alla crittografia e alla protezione della privacy, su TikTok le menzioni di queste proteste vengono censurate, anche negli USA” ha attaccato Zuckerberg, riferendosi alle accuse secondo le quali l’applicazione cinese avrebbe eliminato contenuti non graditi dal governo cinese, come quelli relativi alle proteste di Hong Kong. “È questo l’internet che vogliamo?”.

L’arringa del fondatore di Facebook, il cui dominio è sempre più insidiato da una concorrenza cinese che si è fatta ancora più forte, è poi proseguita sottolineando come la Cina stia “esportando la sua visione di internet negli altri paesi”. Un approccio che, secondo Zuckerberg, porterà ad una possibile chiusura del web: “Fino ad oggi internet è sempre stato definito da piattaforme americane con forti valori legati alla libertà di espressione. Non esistono garanzie che questi valori continueranno ad esistere. 10 anni fa quasi tutte le piattaforme erano americane. Oggi 6 delle 10 più grandi sono cinesi”.

Ma questa è solo una faccia della medaglia. La difesa della libertà di parola da parte di Zuckerberg suona più come un campanello d’allarme per il suo business piuttosto che un richiamo a difendere i valori occidentali contro l’avanzata della concorrenza cinese. D’altronde proprio Zuckerberg negli ultimi anni si è dedicato più volte a cercare di conquistare il pubblico del paese.

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