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Europa e riconoscimento facciale, il punto della situazione

Europa E Riconoscimento Facciale

La Commissione europea starebbe vagliando una potenziale iniziativa volta a proibire l’implementazione di sistemi di riconoscimento facciale. Un divieto temporaneo, per un periodo compreso tra i 3 e i 5 anni, in attesa che siano sviluppati una metodologia adeguata per stabilire il potenziale impatto di tale tecnologia e possibili strumenti per mitigare i rischi connessi alla sua implementazione.

All’interno di un documento riservato ottenuto da Euractiv, media specializzato in politiche Ue, infatti, viene esplicitamente segnalato come un tale divieto avrebbe un ruolo non marginale nell’impedire lo sviluppo di questa tecnologia in Europa, frenando inevitabilmente l’innovazione. La strada verso l’adozione di questa misura, tuttavia, sembra non essere così scontata, come confermato anche da un parziale passo indietro della Commissione pochi giorni dopo la rivelazione.

Allo stadio attuale dello sviluppo tecnologico, infatti, la piena implementazione delle misure già previste dalla General Data Protection Regulation (Gdpr) potrebbe apparire più adeguata. È quindi possibile che il Libro Bianco della Commissione sull’intelligenza artificiale, la cui pubblicazione è prevista per fine mese, adotti piuttosto questo secondo punto di vista circa un eventuale bando a tali sistemi, e decida di indirizzare il proprio sforzo normativo in altri ambiti relativi all’intelligenza artificiale. È comunque nelle priorità della nuova Commissione adottare una misura di legge vincolante e non volontaria in materia.

A ogni modo, il documento appare significativo per comprendere  il quadro di riferimento per il futuro apparato legislativo europeo in questo ambito, e delinea, in particolare, cinque possibili opzioni per una regolamentazione comunitaria in materia di intelligenza artificiale. Primo, stabilire un meccanismo di etichette volontarie per le applicazioni a minor rischio, con il quale sviluppatori e utenti possano certificare la conformità alle disposizioni per un’intelligenza artificiale etica ed affidabile. Secondo, fissare dei requisiti settoriali per la pubblica amministrazione e il riconoscimento facciale.

La terza opzione è l’ideazione di requisiti obbligatori per le applicazioni e i settori maggiormente rischiosi quali, tra gli altri, il settore sanitario e dei trasporti, le applicazioni di polizia predittiva, e le applicazioni di sistemi di intelligenza artificiale con effetti significativi, irreversibili, o possibilmente discriminatori per i soggetti coinvolti, come le applicazioni in processi selettivi. O ancora, emendare la legislazione europea in materia di sicurezza e responsabilità dei prodotti prendendo in analisi i nuovi rischi che possono emergere con l’implementazione di sistemi di intelligenza artificiale. Infine, si potrebbe stabilire un meccanismo di governance il più efficace possibile, fondato sulla supervisione delle autorità nazionali a cui venga affidata l’applicazione della nuova regolamentazione in materia.

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