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Disaster Recovery e Business Continuity negli Enti Locali: il convegno a Roma

Recupero dal Disastro e Continuità operativa. In informatica (ed in particolare nell’ambito della sicurezza informatica), per Disaster Recovery si intende l’insieme delle misure tecnologiche e logistico/organizzative capaci di ripristinare sistemi, dati e infrastrutture necessarie all’erogazione di servizi di business per imprese, associazioni o enti, a fronte di gravi emergenze che ne intacchino la regolare attività, mentre la Continuità operativa (Business Continuity) consiste nella capacità di un’organizzazione di continuare a erogare prodotti o servizi a livelli predefiniti “accettabili” a seguito di un incidente.

Sono questi i temi chiave della riflessione svoltasi a Roma, presso la sala “Aracoeli” della società GLGroup, alla presenza alla presenza di esperti del settore, del mondo universitario, startup, rappresentanti delle Istituzioni e delle associazioni.

Obiettivo dell’incontro è stato quello di stimolare un momento di riflessione e confronto sull’ampio e importante sulla Disaster Recovery e la Business Continuity negli Enti Locali, sistemi utili ad assicurare la continuità dei servizi ICT, soprattutto per rispondere prontamente alle calamità naturali.

Al confronto sono stati chiamati Alberto Gambino (Prorettore dell’Università Europea di Roma e Presidente IAIC), Diego Franzoni (Vice-Presidente ordine Ingegneri Ancona), Alessandro Alongi (Autore del libro «Conversione Digitale»), Giovanni Rellini Lerz (AGID – Resp. Servizio Monitoraggio Contratti IT delle PA), con la moderazione di Chantal Bomprezzi (Responsabile Innovazione PD Marche) e Fabio Pompei (Esperto di innovazione e professore universitario).

“Il digitale  – affermato Chantal Bomprezzi, assessore al Comune di Senigallia e coordinatrice del Comitato della Regione Marche del Partito democratico sull’agenda Agenda digitale – rappresenta la quarta rivoluzione industriale e non occuparsi di digitale e di innovazione sarebbe un paradosso. Siamo in una fase di transizione in cui vi sono criticità e opportunità, occorre, però, saper governare i processi”. Nel prendere la parola, Fabio Pompei, ingegnere e autore assieme ad Alessandro Alongi di “Conversione digitale. La vita ai tempi della web technology” e promotore dell’evento, ha ricordato tra l’altro la propria esperienza politica amministrativa in un Municipio romano con la realizzazione di “esperimenti” di digitalizzazione e innovazione tecnologica che hanno facilitato nel concreto la vita quotidiana dei cittadini. Ma non solo. “E’ di fondamentale importanza per la sicurezza delle persone – ha sottolineato Pompei – il ruolo delle telecomunicazioni durante le calamità naturali, come è avvenuto, ad esempio, di recente in Abruzzo”.

Giovanni Rellini Lerz ha osservato come lo stato delle cose sul tema innovazione e digitalizzazione non sia ottimistico. “Vi sono centri d’eccellenza ma l’innovazione è a macchia di leopardo. Alcune importanti amministrazioni pubbliche esigono ancora l’esibizione di documentazione cartacea”. Nel suo articolato intervento, Rellini Lerz si è anche soffermato sul ruolo delle infrastrutture e su valore di stimolo e di coordinamento che la politica può svolgere nei processi di modernizzazione del paese.

Alessandro Alongi, giurista, docente e coautore di “Conversione digitale” “sulla carta gli strumenti di coso per arrivare all’innovazione come ad esempio il diritto del cittadino di dialogare con la pubblica amministrazione in maniera digitale. Le innovazioni però si scontrano con un problema culturale”.

Diego Franzoni, ingegnere, già assessore alla digitalizzazione al Comune di Ancona, “bisogna partire dai data center. Occorre dare il giusto valore all’infrastruttura come alla circostanza che chi si occupa di sistemi informativi abbia un solide competenze tecniche nel settore.

A conclusione i lavori, è intervenuto il Prof. Alberto Gambino, Prorettore dell’Università Europea di Roma e Presidente dell’Accademia Italiana del Codice di Internet (Iaic) il quale, nel ricordare l’evoluzione dei processi di digitalizzazione e della cultura dell’innovazione in Italia negli ultimi vent’anni, ha chiarito il ruolo che il diritto e la politica possono svolgere in favore della modernizzazione del paese. “La legge dovrebbe dare una regolazione sui principi” ha affermato Gambino, senza eccessivi tecnicismi.

Partendo da un’adeguata, moderna formazione universitaria e dall’attivazione di nuovi corsi di laurea, il Prof. Gambino ha auspicato la creazione di figure professionali (previste ora, ad esempio, dall’art. 17 nella riforma del Cad), di classe dirigente che abbia le competenze necessarie per i gestire i processi di governance politica e digitale. 

4 marzo 2017

 

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