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Quanto crescerà il traffico Internet nei prossimi anni? Grafici e mappe elaborati sui numeri Cisco. Alla vigilia dell’esplosione dell’IoT e in attesa di sciogliere i nodi intorno alla Net Neutrality

Akamai "State Of The Internet" - Q1 Report 2014

di Marco Ciaffone Dopo aver quintuplicato il suo volume negli ultimi cinque anni, il traffico Internet globale è destinato a raggiungere nel 2018 un valore tre volte superiore a quello dello scorso anno e di 64 volte più grande di quello del 2005. È questa la principale indicazione fornita dai dati raccolti da Cisco all’interno del Visual Networking Index (VNI), report dal quale si evince che la quantità di dati destinata a transitare su protocollo IP sorpasserà lo zettabyte annuale nel 2016, per arrivare nel 2018 a quota 131,6 exabytes al mese, registrando un tasso di crescita annuale composto del 21%. L’imponente incremento complessivo è dovuto anche a una realtà sempre più mobile, che vedrà crescere il traffico in mobilità a tassi annui del 61%, di tre volte superiori a quelli relativi alle reti fisse, con oltre la metà dei dati complessivi generati da non-Pc devices.

Global IP Traffic Growth by Region, 2013–2018 – Dati Cisco, valori in Petabyte per mese

  Di seguito alcuni grafici che riassumono i principali risultati del report di Cisco.

Managed IP includes corporate IP WAN traffic and IP transport of TV and VoD

Consumer includes fixed IP traffic generated by households, university populations, and Internet cafés

File Sharing includes traffic from P2P applications such as BitTorrent and eDonkey, as well as web-based file sharing 

Video, Internet of Things e Net Neutrality

Akamai "State of the Internet" - Q1 Report 2014
Akamai “State of the Internet” – Q1 Report 2014
Ma a quale velocità viaggeranno i netizen del mondo? Cisco stima che la banda larga su connessioni fisse raggiungerà una media di 42Mbps, quasi triplicando quella di 16Mbps registrata nel 2013. Una previsione la cui bontà potrà essere valutata passo dopo passo anche grazie ai trimestrali rapporti di Akamai sullo “Stato di Internet“. In proposito, nell’ultimo studio riferito al primo trimestre del 2014 si sottolinea come solo l’11% delle persone connesse nel mondo navighi ad una velocità sufficiente a fruire dello streaming di contenuti video in Ultra-HD/4K (il valore di 132 exabyte sopra indicato, per fare un esempio, è pari a 8,8 miliardi di trasmissioni video contemporanee di una partita di calcio in Ultra-HD/4K). Ma sarà proprio il mondo dell’audiovisivo a rappresentare uno dei maggiori fattori di incremento dei volumi di dati sulle reti globali; tornando ai numeri di Cisco, nel 2018 il 79% del traffico sarà composto da video (a fronte del 66% registrato nel 2013), un dato influenzato dal fatto che i video in HD sono destinati a sopravanzare quelli basati sulla Standard Definition. Per fornire invece un metro di paragone sui volumi di dati, per guardare i video che transiteranno in rete nel 2018 ogni mese una sola persona dovrebbe avere a disposizione 5 milioni di anni. LEGGI I servizi “non lineari”, le nuove reti “neutrali” e lo sviluppo del “video on demand” in Europa: il nuovo rapporto ITMedia Consulting  Con un mercato che vira in maniera sempre più decisa verso lo streaming e l’on demand, con grandi player come Netflix che si preparano a conquistare l’Europa e le telco che appaiono intenzionate a puntare forte sul mercato dei contenuti gli anni a venire saranno cruciali per la definizione dell’assetto di un contesto sul quale aleggiano in maniera costante i problemi legati alla Net Neutrality, tema caldo su entrambe le sponde dell’Antlantico. Se negli Stati Uniti la Federal Communications Commission (FCC) è al lavoro per la definizione di un nuovo quadro di regole dopo la bocciatura di quelle contenute nell’Open Internet Order e alla luce degli accordi che vengono stretti tra alcuni Over The Top e telco locali, in Europa il quadro appare frammentato, ed è stato riassunto dalla Commissione europea, nella recente relazione sullo stato del mercato e della regolamentazione delle telecomunicazioni riferita al biennio 2012-2013, con questa chiosa: “Gli Stati membri seguano approcci diversi, che vanno dall’autoregolamentazione a una legislazione vincolante. Tuttavia, il dibattito è principalmente concentrato sul livello di regolazione continentale”. Ma la serie di questioni da sciogliere in materia di Neutralità della rete non risparmiano, per un altro verso, l’impetuosa ascesa dei dispositivi che daranno vita all’ecosistema dell’Internet of Things; se secondo Gartner entro il 2020 saranno 26 miliardi i device connessi nell’ambito dell’IoT, Cisco stima che nel 2018 le connessioni machine to machine (M2M) raggiungeranno per quantità la popolazione mondiale, con le smart car munite di almeno 4 moduli M2M ciascuna. 162811“Il dibattito odierno in materia di Net Neutrality è focalizzato solo sulla punta dell’iceberg”, è il monito lanciato dai ricercatori di eMarketer nel report “Key Digital Trends for Midyear 2014: The Internet of Things, Net Neutrality, and Why Marketers Need to Care“. “Per ora si parla soprattutto delle necessità che coinvolgono le piattaforme di streaming di contenuti video – afferma il direttore esecutivo Noah Elkin – ma presto si passerà ad un discorso di streaming di dati in senso generale. Sarà ben diverso il discorso tra il flusso che permette la visione ottimale di un film e il flusso che garantisce invece una corretta riuscita di processi che saranno diventati vitali”. Se flussi di dati come quelli che governeranno auto senza guidatori, servizi di eHealth e servizi per le abitazioni, chiosano i ricercatori, si ritroveranno a viaggiare in una corsia lenta le conseguenze per i cittadini potrebbero essere ben più gravi di uno streaming video di bassa qualità, ed è per questo che bisognerebbe affrontare determinate questioni proprio ora che ci si appresta a riscrivere le regole della Net Neutrality.

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