Massimo Proto, Ordinario di Diritto privato, è di ruolo presso l’Università degli Studi Link…
Maternità surrogata, il Prof. Bilotti: “Decisione che contrasta con l’orientamento della Cassazione”
“È bene chiarire che certi pronunciamenti non possono essere strumentalizzati per sostenere la liceità anche nel nostro ordinamento della maternità surrogata: la legge italiana è infatti chiarissima nel vietarla, sanzionandola penalmente”. Così il Prof. Emanuele Bilotti, professore di Diritto di famiglia e delle successioni presso l’Università europea di Roma, commentando la sentenza, le cui motivazioni sono state da poco depositate, con la quale nel marzo scorso il tribunale di Milano ha assolto una coppia di genitori dall’accusa di alterazione di stato dopo aver ottenuto la trascrizione nello stato civile dell’atto di nascita estero dei gemelli nati in Ucraina con il cosiddetto utero in affitto. “Si può parlare – spiega il Prof. Bilotti – di sicura contrarietà all’ordine pubblico di un atto come quello in questione e la sua sicura inefficacia in Italia. L’ha ribadito nel novembre scorso anche la Corte di Cassazione: il divieto della maternità surrogata costituisce un principio di ordine pubblico anche internazionale, sicché non può riconoscersi efficacia in Italia all’atto di nascita formato all’estero che accerti il rapporto di filiazione del nato da altra madre con la coppia italiana. La Suprema Corte ha affermato altresì in quella sede che viene anzitutto in rilievo l’esigenza di tutelare il valore costituzionale della dignità umana della gestante, precisando anche che la surrogazione di maternità si pone in conflitto con l’istituto dell’adozione. Ci si poteva dunque attendere che il Tribunale disponesse la trasmissione degli atti al pm, consentendogli così di promuovere il procedimento per annullare la trascrizione. La mancata azione in tal senso non esclude tuttavia che la Procura possa ancora attivarsi. Di sicuro resta che, nonostante l’assoluzione, un rapporto di filiazione come quello risultante dall’affitto di un grembo di donna non può consolidarsi nel nostro ordinamento”. Update 15 luglio – Sulla vicenda è intervenuto anche il Prof. Alberto Gambino, Direttore del Dipartimento di Scienze umane dell’Università Europea, in un’intervista a Radio Vaticana.
14 luglio 2015