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Talent Garden-Ibm: il 2015 l’anno di finanza e big data

Il 2015 è stato l’anno delle startup digitali nella finanza, dell’internet of things, della sharing economy e dei big data. Brescia (23%) incalza Milano (29%) fra le città dell’innovazione superando Roma (18%). E’ il quadro delineato da Talent Garden, piattaforma europea di talenti per il digitale, e Ibm Italia, che hanno analizzato per il secondo anno consecutivo le conversazioni generate su twitter in tema di innovazione e startup, cioè circa un milione di tweet prodotti nell’ultimo anno da oltre 111mila utenti unici. “Rispetto al 2014 – afferma Davide Dattoli, Ceo e fondatore di Talent Garden – abbiamo rilevato come esca dalla top ten delle discussioni il tema #opendata, per lasciare spazio a termini come #fintech e #IoT (InternetofThings) che si piazzano rispettivamente al 3° e 4° posto dopo #startup (47%) e #innovazione (17%). Entrano, invece, nei primi dieci, rispetto all’anno precedente, #bigdata, #droni (abbinato a #photo) e #foodtech”. “La ricerca – dichiara Enrico Cereda, amministratore delegato di Ibm Italia – ci conferma il grande fermento sociale sui temi dell’innovazione e del digitale. Mi riferisco a quella parte del Paese che dimostra di avere precise competenze e che sui social dibatte, fa cultura e per questa via contamina a poco a poco l’intero tessuto. Cosa di cui c’è grande bisogno, per colmare i nostri gap e per fare sviluppo”. Milano (29%) si conferma la “città degli innovatori”, seguita a ruota da Brescia (23%) che si piazza davanti a Roma (18%). Sono ancora preponderanti i numeri delle discussioni su Twitter nelle città del nord ma anche le province iniziano a parlare di startup e innovazione. Il Mezzogiorno è rappresentato da Napoli, al 5° posto con il 3%, e da Palermo, quindicesima. Dietro a Napoli si mettono in evidenza Trieste, Vicenza, Firenze, Massa e Cremona. Analizzando i tweet in base al genere, gli uomini restano stabilmente in maggioranza (70%) e concentrano l’attenzione su argomenti tecnici e finanziari mentre le donne – il cui impegno in ambito startup risulta ovunque in crescita – dimostrano maggiore propensione verso la condivisione, la creatività e la formazione. “Nel 2015 – aggiunge Davide Dattoli,  l’impatto della digital disruption ha investito il mondo dei servizi finanziari aumentando considerevolmente le conversazioni intorno a quelle startup che si occupano di e-payment, bitcoin e tracciamento delle transazioni. Le discussioni sull’internet of things – aggiunge – sono legate soprattutto al settore dell’automotive, ai wearable device (tutti i dispositivi dotati di microprocessore interno che possono essere indossati dall’utente) e a strumenti come i droni”. Nel caso della sharing economy il dibattito è focalizzato sui fenomeni Uber e AirBnB così come su altri servizi di condivisione, sia come nuovi stili di vita sia per l’impatto sugli aspetti normativi. “L’Expo – conclude Davide Dattoli – non poteva non influenzare il dibattito su Twitter caratterizzato dall’ #foodtech dall’innovazione nel mondo del cibo e dell’intera filiera dell’agroalimentare”. 19 Marzo 2016

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