Oreste Pollicino* e Pietro Dunn, in “Intelligenza artificiale e democrazia” (Egea), esplorano l’impatto dell’intelligenza artificiale…
Crittografia, Francia e Germania a Ue: serve accesso ai contenuti
Il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve e il suo omologo tedesco Thomas de Maizière hanno invitato le istituzioni dell’Unione europea a lavorare su delle norme che impongano alle società operanti nel settore IT di garantire alle autorità pubbliche l’accesso ai messaggi crittografati qualora se ne ravvisi la necessità investigativa.
Scopo della proposta congiunta, si legge in una nota, sarebbe quello di rendere più efficaci le investigazioni, specie alla luce della minaccia posta attualmente dal terrorismo internazionale, che utilizza sovente comunicazioni criptate per i propri propositi, secondo quanto riporta l’Agenzia di stampa specializzata Cyber Affairs.
Come hanno poi chiarito i due ministri in occasione di una conferenza stampa, il loro intento non è quello di bandire completamente la crittografia, quanto piuttosto quello di rendere intellegibili i messaggi scambiati con alcune applicazioni come Telegram e WhatsApp e utilizzabili nei procedimenti legali, cercando allo stesso tempo di proteggere la privacy degli utenti.
Per il quotidiano irlandese Independent, i due politici avrebbero spiegato come la Commissione europea stia studiando la possibilità di proporre un atto legislativo che introduca “diritti e obblighi per gli operatori”, per costringerli a rimuovere contenuti illeciti e a decodificare le comunicazioni parte di indagini.
La normativa si applicherebbe a tutti gli operatori e a tutti i fornitori di servizi, indipendentemente dalla loro sede legale dentro o fuori la Ue.
Come riportato dalla testata Mobile World Live l’intenzione non sarebbe quella di intervenire ad ampio spettro sulla crittografia, ritenute centrale per certi ambiti (come quello bancario), ma di poter chiedere a società come Telegram maggior cooperazione sulle comunicazioni criptate in caso di indagini contro il terrorismo.
Il tema dell’impenetrabilità dei messaggi codificati è emerso con forza lo scorso febbraio, quando Apple si rifiutò di intervenire su iOs per aiutare l’Fbi a leggere il contenuto dell’iPhone dell’attentatore di San Bernardino.
25 agosto 2016