skip to Main Content

“Il diritto del Web”, la presentazione di Montecitorio, Giacomelli: “Favorire il dialogo tra Europa e Stati Uniti”

CUFhIsRWwAAG1XO.jpg-large

“Ancora in Europa non riusciamo ad avere una direttiva che instauri una cooperazione sulla cybersecurity. Ognuno dei 28 Paesi pensa di poter giocare da solo un ruolo da protagonista. E così assistiamo al paradosso che la minaccia più forte all’Isis arriva da Anonymous”. Così Antonello Giacomelli, Sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle telecomunicazioni, concludendo la presentazione del libro “Il diritto del Web. Casi e materiali” di Maurizio Mensi e Pietro Falletta, incontro che ha avuto luogo nella mattina di mercoledì a Montecitorio. “Internet – ha proseguito Giacomelli – ha posto in discussione tutto quello che era il sistema che conoscevamo nel diritto e ha posto in discussione quello che nella gerarchia nelle fonti era un fondamentale, ossia il precedente. Non dobbiamo inoltre dare per scontato l’attuale assetto della rete, basti pensare ai Paesi che vorrebbero mettere a punto delle sorta di intranet nazionali. Ma ci sono diversi modi di affrontare le questioni, e noi non abbiamo mai condiviso l’approccio muscolare e gladiatorio di chi pensa che gli Over the Top siano il nemico; abbiamo invece cercato di porre l’Italia come apripista del dialogo e della cooperazione con loro così come dell’Europa con gli Usa, con i quali condividiamo un impianto valoriale e siamo tra i maggiori sostenitori della riforma della governance avviata dal presidente di ICANN Fadi Chehade. È altrettanto importante che gli stessi OTT stiano raggiungendo accordi con altri attori su temi cruciali come, ad esempio, la tutela del diritto d’autore. Google ad esempio sta chiudendo importanti accordi con gli editori per l’utilizzo delle opere (Mediaset, Fieg). Il Garante per la privacy ha stretto un accordo con Google, che ha previsto anche la verifica della sua implementazione che Google si è impegnata a garantire. Non è la soluzione a tutti i problemi ma è la strada giusta. Stiamo parlando con realtà che hanno un modello di business e sviluppano progetti nel nostro Paese, modelli positivi con cui dobbiamo integrare quelli delle imprese italiane. Su un altro fronte, se non siamo disposti a cedere pezzi di sovranità all’Europa, l’Europa non sarà mai protagonista”. CUFhIsRWwAAG1XO.jpg-largeIl lavori sono stati introdotti dal deputato Pd Anna Ascani: “È da tempo decaduta la distinzione tra ciò che accade online e ciò che accade offline, uno stato di cose che non manca di investire il lavoro delle istituzioni e del Parlamento. Troppo spesso ci fermiamo sulla dimensione economica del Web e molto poco sulla dimensione del diritto. Ne abbiamo discusso in aula con le mozioni sulla Dichiarazione dei diritti, è il momento di capire cosa sia il diritto del Web e perché è importante metterlo al centro dell’attività del Parlamento”. Con la moderazione di Francesco Nicodemo, consulente per la comunicazione del Governo, ha preso avvio la tavola rotonda su La libertà di espressione on-line, aperta dall’intervento di Giancarlo Montedoro, Direttore Ufficio per gli affari giuridici e le relazioni costituzionali della Presidenza della Repubblica: “La regolazione deve accompagnare lo sviluppo delle tecnologie, non deve essere ossessiva, non deve scivolare in sovra-regolazione”. E sulla democrazia deliberativa abilitata dagli strumenti digitali: “Vi è un rapporto complessivamente da ripensare tra democrazia rappresentativa e diretta”. Per Andrea StaziPublic Policy and Government Relations Manager per l’Italia di Google, “Un primo aspetto che ritengo opportuno sottolineare è quello delle grandi opportunità offerte dal digitale, sotto molteplici profili: relazioni sociali, ricerca e sviluppo, democrazia e libertà di espressione, pluralismo e creatività, scambi commerciali e crescita economica. Evidentemente la diffusione della rete implica anche dei rischi, ma occorre d’altronde evitare che concentrarsi esclusivamente sulle questioni giuridiche faccia perdere occasioni di innovazione e crescita come quello dell’industria 4.0, al momento ancora oggetto di limitata attenzione in Italia rispetto ad altri Paesi. Il modo migliore per discutere delle regole, data la natura sovranazionale della rete, è continuare sul fronte della cooperazione internazionale, che si basi su una cultura condivisa, soprattutto tra i Paesi sulle due sponde dell’Atlantico. In questo scenario il ruolo delle istituzioni resta centrale, perché sono loro ad essere depositarie dei principi fondamentali di riferimento e che permettono di armonizzare i diversi diritti rilevanti. Altrettanto fondamentale è l’adozione di un approccio multistakeholder, che consenta di coinvolgere tutti i soggetti pubblici e privati interessati nel dibattito sulle regole della rete”. “Naturalmente – ha proseguito Stazi – in questo momento tutti noi abbiamo la tendenza ad avere maggiore attenzione alla sicurezza personale, ma la sfida anche oggi rimane la stessa, quella di garantire il rispetto dei diversi diritti fondamentali rilevanti. Ciò anche con l’aiuto degli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia: penso a strumenti come la crittografia e agli altri mezzi tecnici che permettono alle comunicazioni di essere sicure e riservate. Non ci può essere privacy senza sicurezza delle comunicazioni, e la sicurezza attraverso strumenti come l’encryption può servire al bilanciamento tra interessi e diritti fondamentali”.

Antonio Palmieri, deputato di Forza Italia, ha proseguito il dibattito sul fronte della sicurezza: “Un filo rosso del libro è rappresentato dal fatto che Internet non è un mondo a parte rispetto al resto della vita e quindi non si può sottrarre questo ambito della vita dalla lotta al terrorismo islamista, ma senza arrivare all’estremo di affermare che questo aspetto è tanto fondamentale che vale tutto pur di arrivare all’obiettivo. Altra premessa è sull’equilibrio tra la necessità di una lotta con strumenti tecnologici e la tutela della libertà e della privacy dei singoli. Infine, credo questo sia un conflitto che si vincerà sul piano militare ma anche su quello sociale e culturale. E vengo alle idee che ne conseguono: sono favorevole a misure drastiche che limitino la libertà online di singoli individui, sono cioè favorevole ad azioni mirate e non alla pesca a strascico. E dunque occorre rafforzare accordi con operatori, OTT e telco perché in caso di bisogno si possa intervenire con assoluta celerità. Servono poi più fondi per esperti e mezzi per polizia postale e intelligence, perché occorre monitorare account sensibili. Inoltre, dobbiamo capire se l’azione di Anonymous contro l’Isis abbia una utilità o rischia di essere sterile; per me è più importante monitorare che sterminare account che poi vengono ricreati. In questo senso, occorre una grande azione di contro-propaganda, chiedendo aiuto alle comunità islamiche che non si riconoscono affatto con il terrorismo islamista”.

Il deputato Pd Paolo Coppola ha affermato così che “Ci sono cose che il digitale permette di fare, ma non è detto che noi dobbiamo permettere che vengano fatte. Il fatto che le telecamere permettono di fare analisi dei volti sempre e dovunque non significa che possiamo accettarlo. È inutile limitare le libertà personali per una finta sensazione di sicurezza. Il problema più grande da superare è quello della consapevolezza, del fatto che ci sono cose nel mondo digitale che sono sostanzialmente impossibili da evitare”. Nella seconda parte della mattinata l’attenzione si è spostata su Il giornalismo on-line, sessione moderata dal Presidente dell’Istituto per le politiche dell’Innovazione Guido Scorza e animata dagli interventi di Aldo Cazzullo, giornalista del Corriere della Sera in questi giorni inviato in Francia, ed Ernesto Belisario, membro del tavolo permanente per l’Innovazione e l’Agenda digitale italiana.

La domanda di sicurezza, il bisogno di libertà: i nostri contributi a un dibattito sempre più complesso

18 novembre 2015

Back To Top