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Andrea Lenzi: “Piena funzionalità alla filiera istituzionale della Banca dati del Dna”

Il Prof. Andrea Lenzi è il nuovo Presidente del Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita. (CNBBSV). Lenzi, 63 anni, è Ordinario di Endocrinologie e Direttore di Uoc di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Alla sua prima uscita pubblica da presidente, ha parlato con Diritto Mercato Tecnologia delle sfide che attendono il Comitato nei prossimi anni.

Professor Lenzi, ci illustra i compiti del Comitato? 

Il Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita (CNBBSV) è istituito ai sensi della legge 19 febbraio 1992, n. 142 – legge Comunitaria 1991 – in particolare ai sensi del comma 2 dell’articolo 40, che istituisce presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un Comitato Scientifico per i rischi derivanti dall’impiego di agenti biologici. Questo Comitato è ente di spiccato carattere tecnico ed elevata specializzazione, ai sensi dell’art. 18 della legge 28 dicembre 2001, n. 448.

I  compiti principali del Comitato sono:

  • valutare i rischi derivanti dall’impiego di agenti biologici, ed a tal fine individuare i fattori e le condizioni di rischio per la loro classificazione;
  • elaborare criteri per la definizione di norme di sicurezza e verificarne la compatibilità con le norme vigenti;
  • collaborare all’elaborazione delle norme di recepimento delle direttive europee che in qualsiasi modo comportino implicazioni biotecnologiche, coordinando le iniziative di collegamento con le attività comunitarie;
  • assicurare, nel rispetto delle rispettive e specifiche competenze, il coordinamento, l’armonizzazione e l’integrazione dei programmi, delle iniziative e delle attività dei ministeri, degli enti e degli organismi, pubblici e privati, operanti nel settore delle biotecnologie per garantire forme di intervento unitarie e omogenee in campo nazionale, e per collaborare alla definizione della posizione italiana in campo comunitario ed in campo internazionale, negli organismi in cui si dibattono problemi di biotecnologie;
  • coordinare, nel settore, le iniziative di collegamento con le attività comunitarie, esprimendo eventualmente pareri sugli atti legislativi di recepimento a livello nazionale delle direttive comunitarie nel campo delle biotecnologie;
  • elaborare un quadro conoscitivo dei programmi, iniziative e attività svolte nel settore delle biotecnologie dai ministeri, dagli enti e dagli altri organismi formulando proposte sul ruolo e sulle implicazioni delle tecnologie biologiche innovative nei diversi settori della ricerca e della produzione correlandosi, a tale scopo, con gli organismi della ricerca scientifica e tecnologica, dell’industria e del commercio;
  • promuovere ed organizzare, nei limiti di spesa assegnati in bilancio, convegni e seminari per la diffusione, la conoscenza e l’informazione sulle biotecnologie.
  • Al Comitato sono per legge attribuite le seguenti competenze:
    • emissione deliberata di OGM nell’ambiente, ai sensi dell’art. 6 del D.Lgs. 8 luglio 2003, n. 224;
    • impiego confinato di microrganismi geneticamente modificati, ai sensi degli artt. 5, comma 4, e 14, comma 7, lett. C) del decreto legislativo 12 aprile 2001, n. 206;
    • protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche, su richiesta dell’Ufficio italiano brevetti  e marchi, in sede di valutazione della brevettabilità di invenzioni  biotecnologiche, ai sensi della L. 22 febbraio 2006, n. 78, che ha convertito in legge il D.L. 10 gennaio 2006, n. 3, recante attuazione della direttiva 98/44/CE; Ai sensi degli artt. 15 e 16 della legge n. 85 del 2009 il Comitato è, altresì, organismo di garanzia scientifica nell’ambito del disposto degli artt. 15 e 16 della Legge n. 85 del 2009, recante norme in materia di adesione della Repubblica Italiana al Trattato del 27 maggio 2005 (Trattato di Prum – Istituzione della Banca Dati nazionale del DNA e del Laboratorio Centrale per la Banca Dati nazionale del DNA).

Quali sono le questioni più urgenti sul suo tavolo?

Sicuramente porre in essere tutte le attività connesse al raggiungimento della piena funzionalità della filiera istituzionale relativa alla Banca dati del DNA. Ma non sono da meno i settori relativi alla biosicurezza, in tutti i suoi vari profili che attengono sia alla attenzione che deve essere riservata nella quotidianità ai possibili interferenti biologici sui nostri sistemi ormonali, metabolici ed immunitari, sia a profili maggiormente connessi agli attacchi batteriologici, virologici, chimici o altri legati al bioterrorismo. Infine, ma non in ultimo tutta la questione degli OGM. Altro ambito importantissimo è l’attenzione allo sviluppo del settore delle biotecnologie che, oggi come oggi, rappresenta il segmento di maggior interesse per il futuro dello sviluppo industriale.

Anche se non nello specifico, il comitato si occupa anche di ingegneria genetica e di clonazione?

Non nello specifico, sì,  ma sono temi di grande importanza dal punto di vista delle biotecnologie che sono le tecniche che consentono queste procedure. Su questi ed altri temi di competenza del Comitato e dei suoi componenti, l’idea sarebbe di creare, dei dossier molto semplici e costantemente aggiornati da mettere a disposizione della PdC e del Governo per una rapida, pronta e continua consulenza sui temi più scottanti della Biosicurezza, Biotecnologie e Scienze della vita.

Qual è l’impatto delle biotecnologie su agricoltura e ambiente?

Questo è un argomento importantissimo e vastissimo che è impossibile esaurire in poche battute. Cerco di sintetizzare un concetto base, molte nazioni hanno dimostrato come sviluppo delle tecnologie e tutela ambientale siano ambiti che possano convivere pienamente laddove si decida di attuare il pieno rispetto delle regole. Le più grandi scoperte della storia dell’umanità hanno preso spunto da principi presenti in natura. Il punto è solo di metodo: le scoperte non contengono in sé il principio della distruzione dell’ambiente, anzi… dalla reciproca interazione non possono che trarsi benefici.

Ci può parlare della Banca dati del DNA?

La legge 85/2009 recante: “Adesione della Repubblica italiana al Trattato concluso il 27 maggio 2005 tra il Regno del Belgio, la Repubblica federale di Germania, il Regno di Spagna, la Repubblica francese, il Granducato di Lussemburgo, il Regno dei Paesi Bassi e la Repubblica d’Austria, relativo all’approfondimento della cooperazione transfrontaliera, in particolare allo scopo di contrastare il terrorismo, la criminalità transfrontaliera e la migrazione illegale (Trattato di Prum). Istituzione della banca dati nazionale del DNA e del laboratorio centrale per la banca dati nazionale del DNA. Delega al Governo per l’istituzione dei ruoli tecnici del Corpo di polizia penitenziaria. Modifiche al codice di procedura penale in materia di accertamenti tecnici idonei ad incidere sulla libertà personale”, ha attribuito al Comitato le funzioni previste dagli artt. 15 e 16, sopra citati.

Questo è un profilo estremamente delicato delle attività del Comitato, che è stato dettagliato nel disposto dell’art. 28 dei regolamenti attuativi. Il decreto del Presidente della Repubblica n. 87 del 7 aprile scorso, chiarisce i vari ambiti di attività che il Comitato è chiamato a svolgere. In sostanza il CNBBSV è chiamato a verificare e valutare gli standard qualitativi del laboratorio centrale e dei laboratori che lo alimentano. Questa verifica è determinante e si pone a garanzia anche del corretto espletamento delle procedure che condurranno ad assicurare alla giustizia coloro che hanno commesso dei reati, così come a poter scagionare persone estranee alle fattispecie di reato contestato. Dunque, una attività che si pone a garanzia del corretta applicazione della legge.

22 luglio 2016

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