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Fascicolo sanitario elettronico: online le specifiche tecniche di interoperabilità. E arriva il manifesto “Made in Italy per la sanità digitale”
Il gruppo di lavoro coordinato dall’Agenzia per l’Italia Digitale ha rilasciato le Specifiche tecniche per l’interoperabilità tra i sistemi regionali del Fascicolo Sanitario Elettronico, documento che comprende il framework e i dataset dei servizi base. Il lavoro è il risultato dei test effettuati dalle Regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto che, su proposta Agid, si sono offerte, con il supporto del Cnr, di validare le specifiche di dettaglio per l’interoperabilità dei sistemi regionali di Fse ed in particolare i servizi di ricerca, recupero e indicizzazione dei documenti che compongono il Fascicolo. Tutte le regioni stanno investendo nello sviluppo di soluzioni di Fse; esso è l’insieme dei dati e documenti digitali di tipo sanitario e socio-sanitario generati da eventi clinici presenti e trascorsi di un paziente, e ha un orizzonte temporale che ne copre l’intera vita, essendo alimentato in maniera continuativa dai soggetti che lo prendono in cura nell’ambito del Ssn e dei servizi socio-sanitari regionali. Le specifiche tecniche da poco pubblicate integrano i precedenti documenti Processi di business sovraregionali relativi ai sistemi regionali di Fse e Specifiche tecniche per l’interoperabilità tra i sistemi regionali di Fse, andando a definire nel dettaglio la struttura del messaggio, del framework e dei dataset dei servizi base.
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Sanità Made in Italy – Intanto Assinter Italia, (associazione che riunisce le aziende a capitale pubblico che operano nel settore dell’informatica per la Pa) insieme a Gruppo Engineering, Dedalus s.p.a., Santer Reply s.p.a., Consorzio Health Innovation Hub, Data Management s.p.a, Exprivia s.p.a. e Gruppo NoemaLife, ha presentato il manifesto “Il Made in Italy per la sanità digitale“. “La sanità italiana – si legge nel documento – costa annualmente 110 miliardi di euro. Il mancato trasferimento in rete dei servizi di assistenza e cura nel breve periodo rischia di causare un crollo del sistema, come è accaduto in altri settori, difficilmente recuperabile a posteriori. La sanità deve rapidamente entrare nell’era della trasformazione digitale, come sta accadendo per tutti i settori dell’industria e dei servizi. Questa è la strada ormai scelta dai più avanzati sistemi pubblici e privati di welfare”. “È quindi necessario – prosegue il Manifesto – approntare soluzioni che sblocchino rapidamente il mercato della sanità digitale superando la frammentarietà tecnologica della domanda e dell’offerta di sanità digitale, con standard e processi di industrializzazione del Fse che possono avere come protagonista l’industria informatica nazionale, e risolvano la caotica e generale incoerenza del quadro normativo che regola i rapporti tra sanità pubblica e mercato dell’Ict con l’utilizzo di strumenti precompetitivi di collaborazione e cofinanziamento pubblico-privato. Mettendo quindi in atto: una diffusa cultura digitale nel rapporto paziente-medico-cittadino-operatori, un programma governativo per l’utilizzo delle migliori potenzialità presenti nelle realtà regionali che faccia leva sul riuso delle esperienze progettuali maturate nel network delle società Ict di Regioni e Province Autonome e nell’offerta dell’industria digitale nazionale come driver dell’investimento a vantaggio di tutto il sistema, e infine una coraggiosa e generale politica di investimento, che converga sulla centralità dell’eHealth come driver di rilancio del sistema di welfare nazionale”.
7 maggio 2015