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Chat, localizzazione e deep linking: da Gigaom cinque previsioni sui social per il 2015

Cosa dobbiamo aspettarci nell’anno appena iniziato nel mercato dei social network? È la domanda alla quale ha cercato di rispondere Gigaom in un breve elenco di cinque tendenze che, sulla base di quanto si è mosso nei mesi precedenti, dovrebbero prendere corpo durante il 2015. Innanzitutto, le chat. Se la grande protagonista delle prime settimane del 2014 è stata l’acquisizione miliardaria di Whatsapp da parte di Facebook, è la cinese WeChat a rendere l’idea di come un sistema di messaggistica possa in realtà trasformarsi in una piattaforma tramite la quale effettuare acquisti, gestire i propri conti, giocare. Una falsariga che i player occidentali sembrano dunque chiamati a seguire per monetizzare quelle interazioni a mezzo messaggi che lo stesso Mark Zuckerberg ha inserito “tra le poche cose che le persone fanno in misura maggiore del social networking“; Snapchat ha così recentemente lanciato tra le sue funzioni Snapcash, l’app per effettuare pagamenti, anticipando sul tempo proprio il Messenger di Palo Alto. In seconda battuta, torna al centro la localizzazione degli utenti. La possibilità di visualizzare contenuti e attività di persone che non sono nelle nostre cerchie ma ci sono, fisicamente, vicine in un determinato momento risorgerà come indicato dal successo di nuovi attori come Yik Yak o dalle iniziative intraprese da Twitter in partnership con Forsquare. Tuttavia, e siamo alla terza previsione, per quest’ultima piattaforma si prevedono tempi duri. I movimenti che hanno caratterizzato il 2014 si sono rivelati tutt’altro che vantaggiosi, tanto che i mesi successivi potrebbero decretare la fine di questo servizio come lo conosciamo adesso. Ampie possibilità di crescita sono invece attribuite a Pinterest, a patto che venga trovato un sostenibile business model per una piattaforma al momento valutata 5 miliardi di dollari. Il trend più interessante sottolineato da Gigaom è tuttavia relativo al “great unbundling” dell’universo Facebook in funzione mobile, una dinamica che è stata spiegata da Zuckerberg in aprile. In un ecosistema mobile first, dove anche le abitudini di acquisto passano sempre più da smartphone e tablet, separare le funzioni della big blue app diventa così il primo passo per la creazione di nuovi servizi che meglio rispondano alle varie esigenze di chi ha un account sulla piattaforma. Un approccio che vede i vari frammenti rimessi a sistema in una costellazione grazie alla possibilità di muoversi tra le diverse app tramite link che rimandano all’interno delle stesse. Questo deep linking, per Gigaom, è solo all’inizio. LEGGI Sono i social network i competitor dei motori di ricerca? 2 gennaio 2015

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