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“Chiudete la Baia dei Pirati in Islanda”

Schermata 2013-10-08 A 09.11.31

La richiesta di un gruppo di associazioni antipirateria nei confronti degli Isp dell’isola: impedire l’accesso alla piattaforma di torrent che ha piantato le tende tra i geyser alla fine dell’aprile scorso. La stessa misura richiesta per il locale Deildu.net Schermata 2013-10-08 a 09.11.31L’inseguimento dei pirati tra i mari dei torrent non risparmia le gelide acque che circondano l’Islanda. Un gruppo di associazioni che riunisce i titolari di diritto dell’isola, tra le quali le principali sono la Stef e la Smais, hanno infatti presentato un’ingiunzione che ha lo scopo di costringere i provider locali a bloccare gli accessi a The Pirate Bay. A dieci anni esatti dalla sua fondazione in Svezia (anniversario festeggiato con il lancio di un browser basato su Tor), la Baia dei Pirati è stata oggetto di attenzioni di questo tipo ormai in tutti i paesi d’Europa; l’anno in corso ha visto gli admin del sito spostare più volte il dominio della piattaforma per sfuggire all’antipirateria: ad aprile il trasferimento aveva come base la Groenlandia, anche se bastarono 48 ore all’organo di registrazione dei domini dell’isola per annunciare il congelamento dei Dns associati alla Baia. In pochi giorni vedevano così la luce i nuovi riferimenti islandesi e caraibici. Uno scenario che non piace affatto all’antipirateria che lavora tra i geyser, i cui rappresentanti hanno richiesto il blocco anche per un’altra piattaforma, la locale Deildu.net, un sito al 152esimo posto tra i più visitati nell’isola. Ancora più in alto è la Baia dei Pirati, che si piazza in 52esima posizione di questa classifica. Le associazioni, in un comunicato stampa, assicurano di aver seguito anche altre strade prima di arrivare a questa richiesta estrema, compresa la diffusione di campagne per la sensibilizzazione all’utilizzo di alternative legali per la fruizione di contenuti audiovisivi. Tuttavia, si legge nel documento, le associazioni si dicono certe che il blocco della piattaforma trovi “forti fondamenta nella legislazione dell’Unione Europea”. Scettico invece sulla reale utilità della misura è il deputato Hrafn Gunnarsson, il quale nota come la disponibilità di decine di siti di file sharing e torrent alternativi renda il blocco delle due piattaforme poco incisivo. 8 ottobre 2013

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