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Relazione annuale Antitrust: la sfida digitale

di Augusto Preta La Relazione annuale con la quale il Presidente Pitruzzella ha illustrato le attività dell’Antitrust nazionale, alla presenza del Presidente della Repubblica e delle principali cariche istituzionali del Paese, offre quest’anno spunti di riflessione, che consentono di uscire dalla ripetitività e ritualità che talvolta contraddistinguono occasioni come questa. Infatti se la dicotomia tra benefici della politica della concorrenza e scarsa capacità dell’economia italiana di trarne vantaggio a seguito della ridotta competitività del sistema rappresenta un leit motiv anche di precedenti relazioni (“capitalismo di relazione” e “rent seeking”), che rischiano anche in questa fase di potenziale ripresa del mercato a livello globale di produrre scarsi o quantomeno minori benefici nel nostro Paese, la relazione di quest’anno affronta in maniera più diretta e consapevole il tema legato all’innovazione e al digitale. Non vi è dubbio infatti che gli elementi più interessanti dell’intervento di Giovanni Pitruzzella si trovino nella parte centrale della relazione, in quella in cui si affronta il tema del “cambiamento epocale” in conseguenza della “quarta rivoluzione industriale promossa dall’affermazione dell’economia digitale”. E qui, in una prospettiva diversa da quella sottolineata dalla Presidente della Camera Boldrini, pur non nascondendo i rischi e le preoccupazioni di tipo concorrenziale e di tutela del consumatore connesse a questa trasformazione che permeavano l’intervento di quest’ultima, la relazione di Pitruzzella mi pare colga pienamente l’elemento positivo del ruolo del digitale come elemento di innovazione, fattore di crescita e driver di sviluppo per un Paese come il nostro che ha un grande gap ancora da colmare. Ma proprio per questo, pur affermando correttamente che è compito della politica e non dell’Antitrust, di portare avanti questa sfida e promuovere la diffusione delle tecnologie digitali, il Presidente Pitruzzella sottolinea come evidenti siano i vantaggi per il sistema come per il consumatore nello sfruttare le sue potenzialità: “libertà invece di limitazione, abbondanza invece di scarsità”. E qui le telecomunicazioni, internet, le reti ultra-broadband, con la loro possibilità di offrire senza limitazioni e a prova di futuro i servizi necessari per le imprese e i consumatori, rappresentano “la spina dorsale” su cui poter investire e sviluppare politiche pubbliche coerenti e trasparenti nelle diverse articolazioni: politica industriale, concorrenza, regolazione. Richiamando l’indagine congiunta con Agcom sul settore della banda larga, Pitruzzella ricorda come questa abbia utilizzato e affinato gli strumenti della concorrenza dinamica, in grado di meglio comprendere fenomeni complessi legati all’innovazione, di quanto non avvenuto finora attraverso l’utilizzo di strumentazioni classiche legate alla concorrenza statica. Ed è proprio in questa chiave che la Relazione apre nuove prospettive, derivanti da una lettura, anche questa “dinamica” della stessa. È evidente infatti che la necessità di “convergenza” degli strumenti, delle analisi di mercato, delle politiche pubbliche, non può non partire da un’armonizzazione del contesto concorrenziale e regolamentare quantomeno necessaria e urgente. Telecomunicazioni, internet e audiovisivo vivono oggi una nuova stagione di competizione/cooperazione e in questo senso riaggiornare ed eventualmente ridefinire coerentemente i mercati dei prodotti e geografici (es. mercati a più versanti, comunicazioni elettroniche e nuovi servizi video, pay e free tv da un lato, servizi lineari e non lineari dall’altro, esclusive, restrizioni verticali ed efficienza economica solo per citarne alcuni) è fondamentale per comprendere la novità e la portata del cambiamento e favorirne gli elementi positivi per la concorrenza e il consumatore. È questa forse la sfida più grande dei prossimi anni per l’Antitrust, sulla quale si gioca non solo il prestigio dell’Istituzione, ma soprattutto il futuro competitivo, in un mercato più efficiente e globale, del nostro Paese. 22 giugno 2015

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