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Diritto all’oblio, Google “interrogato” dai Garanti privacy europei. Accolta la metà delle richieste. In attesa di linee guida condivise

Ha avuto luogo ieri a Bruxelles l’incontro tra il Gruppo di Lavoro dei Garanti Privacy europei “Articolo 29” e i rappresentanti di Google, Bing e Yahoo volto a discutere, nell’ambito del diritto all’oblio così come scaturito dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea del maggio scorso in materia, di “linee guida coordinate e coerenti sulla gestione dei reclami degli individui che possono essere presentate alle autorità in caso di risposte negative pervenute dai motori di ricerca per la richiesta di rimozione dall’indicizzazione”. È Reuters a fornire alcuni dettagli su quanto emerso nel corso dei lavori. Interrogato sui numeri relativi alle rimozioni, Google ha spiegato di aver ricevuto circa 90mila richieste, la metà delle quali accettate. Nel 15% dei casi il motore di ricerca ha chiesto ulteriori approfondimenti rispetto ai dati forniti dai richiedenti, mentre nel 30% dei casi ha respinto le richieste. Il nodo ritenuto più spinoso dai regolatori, tra quelli emersi nei circa due mesi trascorsi dalla sentenza della CGUE, sarebbe comunque legato alla territorialità delle rimozioni. In sostanza, i garanti sembrano aver intenzione di richiedere una piena effettività delle misure di rimozione, al momento confinate all’interno dell’Unione Europea e quindi facilmente aggirabili. LEGGI ” ‘Hidden From Google’, i link rimossi tornano dall’oblio. Ma un clone europeo non avrebbe vita facile In ogni caso, le autorità hanno richiesto agli operatori di fornire ulteriori indicazioni entro settembre così da poter elaborare, di concerto, le linee guida alle quali si accennava all’inizio, utili anche a fare in modo che le valutazioni sul da farsi in capo ai motori di ricerca non siano rese più complesse dal confronto con 28 ordinamenti di tutela della privacy diversi. Inoltre, bisognerà stabilire una linea d’azione per quanto attiene le richieste che, respinte dai motori di ricerca, finiscono sul tavolo dei Garanti. Un’altra perplessità sollevata dai regolatori è in merito alla decisione di Google di informare i titolari dei siti di informazione al quale puntavano i link rimossi, sulla scorta di quanto già avviene in materia di copyright, dinamica che nelle scorse settimane ha visto divampare feroci obiezioni verso Mountain View da parte di giornalisti della BBC e del Guardian. Ulteriore dimostrazione di quanto il bilanciamento dei diritti in gioco risulti quanto mai complesso e che difficilmente lo stesso possa essere lasciato alla mera valutazione di soggetti privati, come evidenziato anche in una lettera inviata al Gruppo di lavoro “Articolo 29” da Jodie Ginsberg, Ceo di Index Of Censhorship. LEGGIGoogle e diritto all’oblio, Giuseppe Busia (Garante Privacy): ‘Stabilito un principio sulla competenza territoriale’. Il Prof. Gambino: ‘Richiesta ai motori di ricerca è tutela estrema e subordinata, ma aspetti positivi per tutela delle fragilità’ ” “Uno, nessuno e centomila: tra reputazione online e diritto all’oblio. Montuori (Garante Privacy): ‘Importante capire il diritto alla contestualizzazione dell’informazione’ ” 25 luglio 2014

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