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Poste, il governo blocca la consegna a giorni alterni

Consegna della posta a giorni alterni: contrordine. Il piano introdotto da Poste italiane, e che da qui al febbraio 2017 avrebbe portato a ricevere la corrispondenza un giorno sì e uno no al 25% della popolazione, ha infatti subito uno stop a seguito di un intervento del Governo scaturito dalla richiesta da parte dei Deputati dell’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna e di numerosi sindaci italiani e sulla scorta di proteste arrivare nei giorni scorsi dalla diverse organizzazioni e anche dai 190 giornali aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici). “Ci sono in gioco temi e diritti costituzionali”, aveva affermato pochi giorni fa il Prof. Alberto Gambino, Direttore del dipartimento di Scienze Umane dell’Università Europea di Roma e Direttore scientifico di Dimt, ospite di Tv200 insieme al Presidente di Fisc, Francesco Zanotti. “C’è una direttiva europea che impone a tutti gli Stati membri il servizio universale; inoltre, c’è il tema della concorrenza, perché siamo in presenza di un monopolista che non può impedire ad una fetta di popolazione l’approvvigionamento di un bene pubblico essenziale. L’esito della vicenda – aveva concluso Gambino – è dunque a mio avviso scontato e non è limitato ad una procedura di infrazione a livello comunitario”. Una previsione confermata dai fatti delle ultime ore. In una nota Poste comunica inoltre di aver anche “avviato, nell’ambito del tavolo dell’Editoria convocato dalla presidenza del Consiglio e dal Mise, e in accordo con l’ Agcom, una iniziativa per proseguire la consegna dei giornali, fino al 31 dicembre, anche nelle zone interessate. Tale iniziativa, a carattere commerciale non rientra nel perimetro del nuovo servizio universale postale”. Il piano  potrebbe dunque scattare il prossimo anno, solo però a seguito di una verifica sui volumi reali di corrispondenza che dovrà essere effettuata dall’Agcom, con l’obiettivo di evitare disservizi e diminuzione della qualità. 3 ottobre 2015

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