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Censis: “Nel Lazio boom di media digitali tra i più piccoli. Genitori preoccupati, ma molto disattenti”. Petrucci (Corecom): “Un tavolo per progetti di responsabilità e media education”

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“Nel Lazio, il 26% dei bambini di 7 anni accede da solo a internet, per quelli di 10 anni si sale al 51%”. Dati che se da un lato testimoniano (se ce ne fosse ancora bisogno) la naturale propensione dei cosiddetti nativi digitali ad utilizzare senza mediazioni i dispositivi connessi alla rete, dall’altro sembrano essere indici di una diffusa disattenzione da parte di genitori che, paradossalmente, si dicono al contempo preoccupati dai contenuti ai quali potrebbero accedere i loro figli. A dipingere questo quadro è il progetto di ricerca “Media e minori” commissionato dal Corecom Lazio al Censis e presentato nella giornata di martedì a Roma; lo studio è basato su una indagine rivolta a un campione rappresentativo delle famiglie residenti nella regione con figli fino a 13 anni, allo scopo di verificare la reale efficacia delle politiche di tutela per i minori rispetto ai diversi media. Ad emergere è innanzitutto un ruolo ancora centrale della televisione. L’82% dei bambini del Lazio di 7-10 anni guarda infatti la tv tutti i giorni (2-3 ore quotidiane per il 46% dei bambini di 7 anni e il 44% dei ragazzi di 10 anni). Un’abitudine che sembra tuttavia sconfinare verso i nuovi dispositivi, con lo streaming televisivo online che guadagna posizioni anche tra i piccoli: il 25% di loro dedica fino a 3 ore al giorno a queste nuove forme di fruizione. mediaeminori1Sul fronte mobile, usa lo smartphone per un’ora al giorno il 22% dei bambini di 7 anni e un altro 23% per 2-4 ore. A 10 anni le percentuali sono ancora più alte. Oltre il 50% dei bambini di 6-7 anni ha tra le mani un tablet e lo utilizza per 1-2 ore al giorno, con punte fino a 3-4 ore. A 10 anni i ragazzi che usano abitualmente il tablet superano il 60%. Il 34% dei bambini di 7 anni “può essere definito giocatore assiduo” (gioca tutti i giorni online per almeno un’ora), a 10 anni la percentuale sale al 43%. Con i videogiochi offline (come la Playstation) le percentuali superano il 43% tra i bambini di 7 anni e il 47% tra quelli di 10 anni. Ma i contenuti fruiti dai più piccoli non sono confinati all’intrattenimento; se solo il 24% dei bambini di 7 anni usa internet a fini scolastici, la percentuale sale al 64% tra i bambini di 10 anni. Mentre i social network sono ancora poco frequentati a questa età. Ma è ancora sul fronte dei contenuti televisivi che sembrano concentrarsi le maggiori preoccupazioni del 77% dei genitori, i quali sostengono che i contenuti audiovisivi violenti o in cui sono rappresentate perversioni minacciano non solo i bambini, ma anche gli adulti. “La massima concentrazione di bambini di 7 anni davanti alla tv – si legge nella ricerca – si registra dalle 20.00 alle 21.00. Solo dopo viene la fascia 17.00-18.00 (la fascia protetta). Quasi il 64% dei ragazzi di 10 anni segue principalmente la tv nella fascia oraria che va dalle 19.00 alle 22.00, dunque al di fuori dalla fascia protetta. Il 33% dei genitori considera inutile questo strumento di tutela, proprio perché i bambini guardano la tv a tutte le ore. E il 28% la considera inutile perché ritiene che in realtà passa di tutto anche in fascia protetta. Però il 42,5% dei genitori pensa che debba essere mantenuta perché svolge una funzione simbolica. Il 20% dei genitori afferma anche di essersi accorto che i figli provano una certa curiosità per i siti web porno o dedicati al gioco d’azzardo. Il 76% dei genitori ritiene che sia giusto controllare i figli perché non hanno la maturità per fruire di questi contenuti: temono l’assuefazione e la desensibilizzazione, piuttosto che eventuali traumi e incubi”. Qui, tuttavia, il Censis parla di “bambini lasciati soli davanti allo schermo“: “Il 70% dei bambini di 7 anni accende da solo alla tv, a 10 anni è oltre l’80% a restare da solo davanti allo schermo. Il 26% dei bambini di 7 anni accede da solo anche a internet, e la percentuale sale al 51% tra quelli di 10 anni. Meno del 25% dei genitori fa uso del parental control, sia di quello per la televisione in chiaro, sia di quello attivo sulla televisione on demand, per oscurare i contenuti gravemente nocivi. Il 42% si dice non interessato a esercitare questo tipo di controllo. I genitori appaiono molto preoccupati, quindi, ma sono molto disattenti“. “Nell’ottica della tutela dei minori, sono emersi elementi di grande preoccupazione”, ha dichiarato il Presidente del Corecom Lazio Michele Petrucci, il quale ha aggiunto: “Il nostro fine è quello di aprire a livello regionale assieme alle altre istituzioni presenti sul territorio, come Regione Lazio, Roma capitale e Agcom, un tavolo per individuare progetti di responsabilità e media education che possano sopperire alle attuali carenze normative e funzionali”. 18 marzo 2015

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