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Facebook, doccia scozzese per il fisco britannico

Pochi giorni fa, Facebook aveva annunciato di voler garantire “maggiore trasparenza” alle attività in Gran Bretagna, facendo transitare i propri ricavi non più dall’Irlanda ma dallo stesso Regno Unito. Con una nota indirizzata ai suoi inserzionisti, Facebook comunicava infatti che a partire da aprile 2016 “riceveranno fatture da Facebook UK e non Facebook Ireland”. E mentre già il fisco inglese prefigurava nuovi incassi per milioni di sterline, ecco la doccia scozzese, annunciata nel giro di pochi giorni da un articolo del Sunday Times. Il social network di Menlo Park riferiva di voler regalare 280 milioni di sterline in bonus ai dipendenti inglesi nell’arco di tre anni. Un maxi bonus che ammonterebbe ad una quota media di 775.000 sterline per ciascuno dei fortunati dipendenti sul suolo di Sua Maestà. Una mossa, però, che, data la detraibilità del bonus, porterà a restringere la base imponibile, con una consistente riduzione del gettito per l’erario britannico rispetto alle iniziali previsioni. E’ dell’aprile scorso, la “Diverted profit tax”, cioè la tassa sui profitti dirottati, escogitata dal Governo di David Cameron che ha fissato un’imposta del 25 % sui guadagni che i colossi del Web ottengono dai prodotti e servizi offerti ai sudditi della Regina. Una norma anti elusione, la cui proiezione ha previsto una maggiorazione di incassi per 25 milioni di sterline per il 2016,  270 per il 2017 e 360 per il 2018, in linea con quanto stabilito dall’Ocse, secondo cui occorre “fornire soluzioni chiare per affrontare le lacune nelle regole attuali, che permettono ai profitti societari di essere trasferiti in location a tassazione bassa o nulla, dove non avviene nessuna creazione di valore”. 8 marzo 2016

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