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“Costretti al takedown di contenuti legittimi”, e WordPress chiede i danni

Avrebbero richiesto la rimozione di un contenuto ritenuto in violazione di copyright quando invece, lo stesso, sarebbe stato perfettamente legittimo. È con questa motivazione che i vertici di WordPress hanno deciso di adire le vie legali per chiedere un risarcimento ad un’organizzazione britannica. La piattaforma di blogging riceve in quantità crescente richieste all’interno del sistema di notice and takedown regolato dal Digital Millennium Copyright Act statunitense; tuttavia, non sempre le suddette richieste corrispondono a contenuti che violano realmente il diritto d’autore. Al centro della questione che ha portato ad una richiesta di 10mila dollari per danni, come riferisce TorrentFreak, è un articolo del giornalista e blogger Oliver Otham, il quale ha pubblicato il contenuto di uno scambio di email intrattenuto con l’ufficio stampa di una associazione britannica. Quest’ultima, vedendo il post di Otham, ha richiesto la rimozione dello stesso in quanto la pubblicazione non sarebbe stata autorizzata. Di avviso opposto il giornalista, il quale sostiene di essersi presentato come tale (circostanza che sottintende la potenziale pubblicità dei contenuti della comunicazione) nonché di aver ricevuto come risposta una email il cui oggetto recitava press release, comunicato stampa. In pochi giorni tuttavia una comunicazione dalla piattaforma informava Otham della necessità di rimuovere il contenuto in questione, con la possibilità di adire le vie legali per sostenere le proprie ragioni. “Sono uno studente e non ho soldi né tempo per affrontare una causa in tribunale”, il rassegnato commento del giovane, che accettava a malincuore la rimozione del suo articolo. Ma a imporre un cambio di scenario sono stati gli stessi vertici della piattaforma, che hanno intrapreso una battaglia legale nel tribunale del North District della California con il semplice argomento che “Otham aveva l’autorizzazione a pubblicare in quanto si trattava di un comunicato stampa senza alcuna protezione di diritto d’autore”. Per i vertici di WordPress l’abuso del prezioso strumento di notice and takedown è da stigmatizzare in quanto fa leva sulla paura dell’intermediario di uscire dalla protezione del safe harbor propendendo sempre verso la rimozione di contenuti che spesso risultano invece legittimi. WordPress segna dunque l’apertura di un nuovo fronte nella battaglia del copyright, mentre altre dinamiche di reazione nei confronti di alcune pratiche messe in campo dai detentori di diritti sono state già da anni innescate dagli Internet Service Provider, i quali sono impegnati in un braccio di ferro che li vede spesso rifiutarsi di fornire dati su propri utenti che altrettanto spesso vengono utilizzati per l’invio di minacciose missive. Una posizione avvalorata anche dalle diverse sentenze che negli Stati Uniti hanno stabilito come un indirizzo IP non basti ad identificare uno specifico responsabile delle violazioni. LEGGI ANCHE: “Gli Isp americani ai produttori: ‘Non vi daremo i dati dei nostri utenti’ ” “Copyright, l’indirizzo IP non basta a incriminare il titolare dell’abbonamento per le violazioni” 17 giugno 2014

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