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Dignità della persona e progresso tecnologico. La tavola rotonda a Roma Tre

Dignità della persona e progresso tecnologico.

E’ stato questo il filo conduttore della tavola rotonda che si è svolta giovedì 8 settembre presso l’Università di Roma Tre e che ha visto un confronto serrato tra alcuni tra i più autorevoli esponenti della civilistica italiana, come Francesco Donato Busnelli, Massimo Paradiso, Mirzia Bianca, Andrea Nicolussi, Giorgio Resta, coordinati dal direttore scientifico di Dimt e Prorettore dell’Università Europea di Roma, prof. Alberto M. Gambino.

La  radicale trasformazione tecnologica di questi ultimi quindici anni ha infatti investito il concetto stesso, già di per sé scivoloso, dei diritti della personalità, su cui si sono ripercossi i rischi connessi al progressivo incedere di un’artificialità di fenomeni che hanno inciso sulla naturalità degli eventi umani soprattutto negli ambiti della riproduzione.

Stati e convenzioni internazionali hanno perciò preso in considerazione ambiti nei quali la regolazione era in precedenza limitata.

Allo stesso tempo da parte dei civilisti più avveduti è cresciuta l’attenzione nei confronti delle garanzie costituzionali della dignità umana.

Nel corso dell’incontro di studio ci si è soffermarti sul ruolo della dignità come strumento regolatorio e dato pregiuridico, sottolineando come tale principio sia stato talvolta messo in discussione, da taluni studiosi francesi, nordamericani e inglesi.

Non un valore fondativo dei diritti, ma, secondo questa linea di pensiero, un limite che ha vissuto una “metamorfosi funzionale”, passando dal costituzionalismo postbellico in cui era uno strumento di espansione delle garanzie individuali dei soggetti a strumento paternalistico di limitazione delle libertà individuali.

Tesi criticata dalle conclusioni della tavola rotonda, muovendo dalla constatazione che la dignità non va considerata come pendant privatistico dei diritti umani, ma come elemento costitutivo degli stessi.

Nella storia stessa del principio di dignità, infatti, vie è una coesistenza e non una contrapposizione tra la sua dimensione soggettiva e oggettiva ed una proliferazione crescente dei riferimenti legislativi alla dignità testimoniano come essa rappresenti la pietra angolare del sistema dei diritti umani, il punto apicale dell’assiologia costituzionale contemporanea ed un precetto di risalente tradizione filosofica e teologica.

Nella stessa giornata, sempre a Roma Tre, nell’ambito delle scienze giuridiche, si sono svolti altri due incontri che hanno coinvolto, l’uno i pubblicisti, coordinato dal prof. Angelo Rinella della Lumsa, e l’altro i tributaristi, coordinato dal prof. Melis della Luiss.

La tavola rotonda si è svolta nella cornice del Giubileo delle Università, avente come titolo “Conoscenza e Misericordia. La terza missione dell’Università“.

Gli oltre 300 relatori provenienti da tutto il mondo, i 1000 partecipanti e le 20 diverse sessioni di lavoro spaziano dai temi giuridici a quelli bioetici e teologici, da quelli economici a quelli della comunicazione, passando dalla psicologia e dalla finanza, per culminare in una tavola rotonda che raggrupperà i rettori di tutti i cinque continenti e, sabato mattina, nell’udienza generale in Piazza San Pietro con Papa Francesco.

Di particolare interesse anche i convegni delle areee “Ambiente, Geografia e Territorio”, coordinato dalla Sapienza e Tor Vergata; “Bioetica”, coordinati dalla Cattolica e dall’Università Europea di Roma; Comunicazione (Lumsa e coordinati dal prof. Gamaleri, componente scientifico di Dimt) e Tecnologia. Qui programma, relatori e titoli di tutte le sessioni parallele: www.uniurbe.org

Nelle sue conclusioni il Prof. Gambino, che da luglio ha assunto la presidenza di Scienza & Vita (http://www.scienzaevita.org/),  ha sottolineato come il macrotema “diritti, giustizia, misericordia” vada correttamente analizzato certamente con la lente del diritto positivo, ma facendo particolare attenzione alla lettura che ne dà l’interprete, oggi rappresentato in particolar modo dalla giurisprudenza, più volte chiamata a pronunziarsi su questo terreno e che rappresenta, per gli orizzonti culturali che apre, un laboratorio per lo studio di quei giuristi che cercano di riportare a sistema le tematiche più sensibili quali la vita umana con la sua fase embrionale, il nascere, il morire come anche il tema della fragilità di quei soggetti che non hanno una “voce diretta” che difenda i propri diritti, nei confronti dei quali l’ordinamento dovrebbe piuttosto costituire un presidio sicuro.

10 settembre 2016

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