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“Competenze digitali, ecco le sfide per l’istruzione in Europa”. La relazione della Commissione

Horizon2020DigitalSkills

Scarse conoscenze e competenze digitali dei discenti e necessità di integrare l’uso efficace delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nel percorso formativo degli insegnanti. Sono le due principali problematiche dell’istruzione nel Vecchio Continente, almeno stando alla relazione “Horizon Report Europe: 2014 Schools edition“, pubblicata dalla Commissione europea e dal New Media Consortium, organismo senza fini di lucro con sede negli Stati Uniti che riunisce esperti di tecnologia dell’istruzione. La relazione delinea le tendenze e gli sviluppi tecnologici che potranno riflettersi sull’istruzione nei prossimi cinque anni, classificando i problemi che le scuole europee devono affrontare in tre categorie: “risolvibili”, “complessi” e “spinosi”. Afferma dunque che integrare le ICT nella formazione degli insegnanti e rispondere alla scarsa competenza digitale degli studenti sono problemi risolvibili. Creare opportunità di apprendimento “autentiche”, basate su esperienze di vita reale, e coniugare l’istruzione formale e non formale, saranno obiettivi più difficili da realizzare nel breve termine. Rispondere alle esigenze di migliorare l’insegnamento del pensiero complesso e di far sì che gli studenti contribuiscano al progetto del loro apprendimento sarà invece più spinoso e impegnativo. Il documento riprende gli obiettivi dell’iniziativa della Commissione “Opening up Education” e si basa sui contributi di oltre 50 esperti provenienti da 22 paesi europei, dal Centro comune di ricerca della Commissione, dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO). In essa si sostiene l’urgente necessità di agire per promuovere l’innovazione in classe e trarre vantaggio da un maggiore uso dei social media, dalle risorse didattiche aperte e dall’aumento dei sistemi di apprendimento e valutazione basati sui dati. Secondo il gruppo di esperti entro un anno i sistemi cloud e i tablet saranno d’uso comune in molte scuole europee, mentre l’apprendimento attraverso i videogiochi e la combinazione di contesti fisici e virtuali diverranno parte integrante dell’insegnamento nei prossimi due o tre anni. Gli esperti lasciano intendere che per sviluppare laboratori virtuali e a distanza e strategie che incoraggino gli studenti a svolgere un ruolo attivo nel contribuire al progetto del loro apprendimento potrebbero occorrere fino a cinque anni. “Questa relazione fornisce informazioni e orientamenti preziosi per i responsabili politici e per i dirigenti scolastici relativamente alla necessità di una conversione al digitale e alle risorse aperte. L’Europa deve puntare più in alto se si vuole garantire che i nostri giovani siano preparati per le carriere lavorative che li aspettano – afferma Androulla Vassiliou, commissaria europea responsabile per l’istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù – Migliorare le competenze digitali e l’accesso al digitale e alle risorse aperte è fondamentale, non soltanto per un insegnamento di migliore qualità, ma anche per la creazione di modelli d’istruzione flessibili, che rendono più facile l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita”. Horizon2020DigitalSkills Temi simili a quelli sollevati nella relazione saranno ulteriormente approfonditi durante la conferenza dal titolo “Dialogo europeo ad alto livello sul ruolo dell’istruzione nell’era digitale” che si terrà a dicembre, organizzata congiuntamente dalla Commissione europea e dalla presidenza italiana dell’Unione europea. 3 ottobre 2014

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