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Turismo digitale, anche Tripadvisor nel mirino dell’Antitrust

Con l’arrivo della bella stagione l’attenzione verso le piattaforme online che permettono di pianificare il proprio viaggio aumenta sia tra gli aspiranti turisti sia, di riflesso, tra le Autorità di garanzia. Almeno è questa la suggestione che si ricava dall’attivismo che negli ultimi giorni ha contraddistinto l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) che dopo aver deciso di avviare un’istruttoria nei confronti delle agenzie turistiche online Booking ed Expedia ha fatto altrettanto in merito al protagonista assoluto del mercato contiguo, quello delle recensioni di luoghi e strutture ricettive: Tripadvisor. L’Antitrust ha infatti avviato un procedimento per “pratica commerciale scorretta” con l’obiettivo di “verificare se la società adotti misure idonee a prevenire e limitare il rischio di pubblicazione di false recensioni, sia sotto il profilo informativo che relativamente alle procedure di registrazione”. La decisione, comunicano dall’Authority, è stata adottata alla luce delle numerose segnalazioni pervenute da parte di consumatori, di proprietari di strutture turistiche come alberghi, ristoranti e altri luoghi di ritrovo, e dell’Associazione Unione Nazionale Consumatori. La stessa UNC già nel settembre del 2012 aveva palesato, per bocca del suo segretario generale Massimiliano Dona, le sue perplessità in merito al servizio: “È un’idea meravigliosa ed utile, ma è fondamentale che si garantisca la veridicità delle recensioni – dichiarava Dona – proprio gli albergatori hanno denunciato il fenomeno delle recensioni false che, a quanto pare, rappresentano un vero e proprio business, in quanto: più alta è la posizione su TripAdvisor, più le strutture lavorano. Anche ai nostri sportelli, al rientro dalla vacanze, sono arrivate molte segnalazioni di consumatori che hanno scelto un albergo o un ristorante fidandosi del consiglio trovato sul web, ma sono rimasti delusi”. “Eppure, proprio TripAdvisor avrebbe tutto l’interesse a garantire l’attendibilità dei giudizi – commentava ancora Dona- pur preservando la libertà di opinione, cardine imprescindibile della Rete: forse la soluzione potrebbe essere di abolire l’anonimato degli utenti che, in questo caso, non è garanzia di tutela, ma solo di indebolimento della verità; poi si potrebbero mandare dei ‘controlli’ in segreto per verificare la conformità tra recensione e realtà e stabilire un sistema che comprovi la reale visita del commentatore nella struttura”. “Inoltre, è fondamentale – concludeva il segretario generale dell’UNC – che TripAdvisor e siti simili si prendano le responsabilità di ciò che viene pubblicato e d’altro canto, i consumatori si avvicinino alla Rete con senso critico, confrontando tra loro i commenti e scegliendo, se è possibile, i posti con il maggior numero di recensioni”. 20 maggio 2014

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