La Commissione europea ha recentemente pubblicato i primi progetti ai quali è stato assegnato il…
La legge spagnola “Google News” tra interessi in gioco e profili costituzionali
di Oreste Pollicino – Accademia Italiana del Codice di Internet La normativa approvata dal parlamento spagnolo nel novembre scorso che ha modificato la legislazione del 1996, in materia di proprietà intellettuale, introduce ventisei modifiche rilevanti a tale legislazione, tra cui una che consiste nella introduzione di un intero titolo relativo alla previsione di un meccanismo sanzionatorio nei confronti delle società collettive di gestioni dei diritti di proprietà intellettuale. La precisazione non sembra superflua perché, nei commenti fino ad ora pubblicati, la nuova disciplina spagnola si fa coincidere interamente con una delle ventisei modifiche rilevanti, quella che prevede, al nuovo art. 32 .2, un diritto irrinunciabile degli editori a ricevere una compensazione per la pubblicazione da parte dei fornitori di servizi elettronici di frammenti non significativi dei contenuti divulgati in pubblicazioni periodiche, o sui siti web che vengono regolarmente aggiornati, ai fini di informare, o creare opinione pubblica o intrattenimento. La disciplina invece è assai più complessa e variegata, ed ha l’obiettivo non celato di adottare una riforma organica in grado di attualizzare la normativa spagnola, pur relativamente recente, alle nuove esigenze di tutela del diritto d’autore dovute all’evoluzione tecnologica ed, in particolare, all’esplosione di internet. Riforma organica della disciplina sul diritto d’autore che in Italia si aspetta da troppo tempo. Quanto, più in particolare, alla previsione dell’art.32.2 sopra richiamata, sembra una semplificazione indebita definire la stessa “Google Tax”. Non solo perché non si tratta di una tassa in senso stretto, ma anche perché Google news non è l’unico destinatario della previsione. Al contrario, essa si applicherà, a partire dalla sua entrata in vigore, 1 gennaio 2015, a tutti gli aggregatori di contenuti on line operanti in Spagna. Trattandosi di diritto irrinunciabile, unico modo per sottrarsi alla disciplina è quello di chiudere bottega. Il che, se è stato possibile per Google News, non è scelta probabilmente che possa essere economicamente praticabile per i piccoli e medi aggregatori di contenuti. È dunque proprio la previsione della irrinunciabilità del diritto al compenso che, impattando sulla tutela della libertà di iniziativa economica e della libertà di impresa, sembra fare emergere i profili più problematici di possibile incostituzionalità della previsione in oggetto. 12 dicembre 2014