skip to Main Content

“Fare e Brevettare”, abstract degli interventi Proff. Valeria Falce e Andrea Stazi e Avv. Davide Mula al Convegno di Parma

Di seguito gli abstract degli interventi con i quali i Proff. Valeria Falce e Andrea Stazi e l’Avv. Davide Mula (Università Europea di Roma) parteciperanno a “Fare e brevettare. Le innovazioni del nuovo Web”, evento previsto nella giornata di oggi a Parma

“Standard, IP e antitrust. I fronti aperti del Cloud Computing”

di Valeria Falce È ben noto che i sistemi a rete sono mossi da una forza centripeta, che in generale li spinge verso la convergenza tecnologica e più in particolare verso la definizione di standard. Ora, questa forza si rafforza ulteriormente nell’ambito del Cloud Computing. Alcune precisazioni sono peraltro d’obbligo. Intanto di “nuvola” si parla in termini e con definizioni diverse. Nella sua accezione più elementare, essa definisce un modello di servizio che, tramite Internet, consente l’accesso a “cassette di sicurezza” virtuali dalla capacità potenzialmente illimitata. In questa realtà diventa superfluo e comunque antieconomico investire in infrastrutture fisiche proprietarie. I server, infatti, si fanno distribuiti e condivisi come pure le altre risorse informatiche (networks, applicazioni, servizi, ecc.). Nel nuovo universo poi si rafforza la centralità di Internet, in quanto senza connessione o con una connessione inadeguata diventa impossibile raggiungere la “nuvola”, utilizzarne i servizi e persino accedere ai propri contenuti digitali. Insomma, con il Cloud si entra nel vivo di Internet 2.0: si spegne il mondo off line e cellulari, smartphone e personal computer perdono di utilità se scollegati e non interconnessi. Le implicazioni sono notevolissime. Dal punto di vista organizzativo e di processo, i pilastri su cui poggia il settore delle Information Technologies vengono travolti. Cambia la natura del software che si trasforma in un servizio e quella del computing che si percepisce come un’utilità. Cambia il modo in cui l’hardware è disegnato e acquistato. Cambiano le proposte del mercato in cui si afferma il paradigma del make or buy. Sul fronte economico, i vantaggi della nuova architettura sono significativi in termini di risparmio e razionalizzazione dei costi, impatto ambientale, riorganizzazione del flusso delle informazioni e ottimizzazione delle infrastrutture. Ma come spesso accade non è tutt’oro… Come avvertito di recente dalla Commissione Europea, con il nuovo modello di configurazione tecnologica si alimenta l’illusione di risorse illimitate al prezzo di una sostanziale perdita di controllo. Con il Cloud, infatti, aumentano le attività in outsourcing, dalle quali si finisce per dipendere, si moltiplicano i soggetti e i livelli di interazione reciproca e soprattutto contenuti ed informazioni vengono continuamente disaggregati e poi ricomposti in via delocalizzata. Il flusso di informazioni diventa continuo, su scala globale e geograficamente distribuita. In punto di diritto, l’attenzione si concentra da subito sui possibili rischi per la sicurezza pubblica e la privacy, ma anche su delicate questioni di proprietà intellettuale e concorrenza. Certo, le problematiche da affrontare sono articolate e complesse. Tra queste, gli ambiti, i termini e i presidi a garanzia della standardizzazione qualificano dei c.d. key issues: intanto perché strettamente funzionali a realizzare la Digital Agenda, nonché perché strategici rispetto alla sfida di Horizon 2020. Non stupisce allora la consultazione appena avviata a livello comunitario in tema di standard e antitrust, nè sorprendono le recenti linee guida adottate dalla Commisione Europea sulle condizioni contrattuali e sugli ambiti di standardizzazione che gli operatori di servizi cloud si sono impegnati a rispettare in Europa. Solo in un sistema connesso ed interoperabile, infatti, le straordinarie opportunità di Internet 2.0 possono essere messe concretamente a disposizione del mercato a parità di condizioni minime e i servizi offerti possono essere ritenuti effettivamente affidabili.  

“Titolarità e contitolarità dei diritti IP nei sistemi di crowdsourcing, open source, cloud”

di Andrea StaziDavide Mula.

L’intervento, prendendo avvio dalla ricostruzione delle caratteristiche principali del crowdsourcing, dell’open source e del cloud computing, procede ad analizzare, attraverso l’analisi della prassi contrattuale, gli schemi di gestione dei diritti di proprietà intellettuale. In particolare si evidenzia come, rispetto alle opzioni di titolarità esclusiva di tali diritti, nelle piattaforme crowdsourcing, open source e cloud appaiano prevalere, quale strumento di incentivo pro-concorrenziale alla diffusione delle stesse, le scelte ispirate alla co-titolarità tra più soggetti dei diritti su prodotti o servizi creati e offerti in tale nuovo contesto tecnologico. 31 ottobre

Back To Top