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Ascani (Pd): “Il Foia realizza una rivoluzione copernicana”

La Commissione Affari Costituzionali ha votato in favore del parere, redatto dalla deputata del Partito democratico, Anna Ascani, che invita il Governo a recepire alcuni punti qualificanti nella formulazione del Decreto Legislativo per l’attuazione del FOIA (Freedom Of Information Act). Chiesta la cancellazione del silenzio-diniego e l’individuazione di rimedi alternativi rispetto al ricorso al Tar, in caso di contenzioso con la PA. Spetta ora al Consiglio dei ministri recepire nel decreto le condizioni contenute nel parere della Commissione. La parlamentare dem ne ha parlato in esclusiva con Diritto Mercato Tecnologia:

On. Ascani, il 20 aprile scorso la I Commissione Affari costituzionali della Camera ha votato positivamente il parere sul testo di cui è relatrice, recante le modifiche per trasformare il “diritto di accesso” alle informazioni della PA in un vero e proprio FOIA (Freedom of Information Act). Quali sono i miglioramenti richiesti nel parere? Siamo agli ultimi metri perché il nostro Paese possa dotarsi di una legge che tuteli un diritto universale: quello di chiunque di accedere agli atti e i documenti della Pubblica Amministrazione, senza ulteriori oneri se non quello di identificare la propria richiesta. Il parere da me redatto, e che tutti auspichiamo che il Governo recepisca nella formulazione del decreto legislativo, reca alcuni miglioramenti in grado di produrre delle modifiche sostanziali: un “vero FOIA”. All’’interno del parere abbiamo chiesto al Governo, come condizione, che l’accesso ai documenti in formato digitale sia completamente gratuito, che venga cancellato il silenzio­-diniego e inserito l’obbligo di motivazione per le amministrazioni che neghino l’accesso, così come abbiamo chiesto anche che venga individuato un rimedio ulteriore, e meno oneroso, rispetto al ricorso al TAR. Infine, sempre tra le condizioni, abbiamo ritenuto necessario chiedere che un soggetto super partes, come l’ANAC, sia chiamato a predisporre le linee guida in grado di chiarire  meglio alle Pubbliche Amministrazioni le eccezioni al diritto d’accesso. Tra le osservazioni,  invece, abbiamo chiesto al Governo di creare un Osservatorio per l’analisi ex post degli effetti concreti dell’accesso civico, e di creare in ogni amministrazione uno sportello unico per la ricezione, la prima gestione delle istanze e la comunicazione dei dati o delle motivazioni dell’eventuale diniego all’accesso. Dal punto di vista del cittadino, perché è importante avere anche in Italia un Foia? Con l’introduzione del FOIA si realizza una vera rivoluzione copernicana, un passaggio storico dal bisogno di conoscere al diritto di conoscere (from need to right to know). Si realizza quella Pubblica Amministrazione trasparente immaginata da Filippo Turati e notoriamente definita: «casa di vetro». Questa innovazione interviene direttamente nel rapporto tra cittadini e amministrazioni: la trasparenza cessa di essere un adempimento burocratico o una concessione e diventa una grande politica pubblica, che serve in primo luogo a combattere la zona grigia che va dall’illecito allo spreco. Inoltre per il cittadino la trasparenza si trasforma in strumento per riavvicinarsi alle Istituzioni, consentendogli di conoscere, con semplicità, dati, documenti e modalità di gestione delle risorse pubbliche. In definitiva: per il cittadino avere il FOIA significa avere migliori strumenti per capire, giudicare e partecipare pienamente alla vita democratica, appianando la relazione asimmetrica con le Amministrazioni. Che impatto avrà il Foia su due temi centrali del dibattito pubblico: la riforma della Pubblica Amministrazione e l’accountability della politica? Conformemente alle indicazioni ricevute dal Consiglio di Stato, il decreto su cui è stato reso il parere si completa con le altre iniziative di riforma delle Amministrazioni Pubbliche e con quelle che interessano l’apparato pubblico nel suo complesso. La visione è quella di mettere al centro il destinatario del servizio pubblico, e non più l’apparato che fornisce il servizio medesimo. Da qui, ad esempio, la richiesta di estendere anche ai gestori dei pubblici servizi l’obbligo di pubblicazione di una carta dei servizi o del documento contenente gli standards di qualità dei servizi pubblici. Quella che abbiamo di fronte è una occasione importantissima per introdurre ulteriori misure di semplificazione: ad esempio le Pubbliche Amministrazioni saranno in grado di assolvere più agevolmente ai propri obblighi di trasparenza mediante la pubblicazione del link ai dati contenuti nelle corrispondenti banche dati. Inoltre verrà specificato ulteriormente l’obbligo di collaborazione tra gli uffici delle medesime Amministrazioni qualora la richiesta d’accesso giunga ad un Ufficio diverso da quello che detiene atti e informazioni richieste. L’Accademia Italia del Codice di Internet (Iaic) è stata audita dalla I Commissione Affari Costituzionali della Camera proprio sullo schema del decreto legislativo contenente il Foia. Quali, a suo giudizio, gli elementi qualificanti delle proposte avanzate da Iaic? Questo percorso è stato caratterizzato da un’ampissima partecipazione in termini di interventi e proposte, sia da parte delle Istituzioni – come ad esempio l’ANAC e il Garante privacy – che dell’accademia e della società civile. Ringrazio anche IAIC per il contributo reso e che, peraltro, ho ascoltato e letto con molto interesse: nello specifico, ho particolarmente apprezzato le ragioni poste a supporto della necessità di riformare l’istituto del silenzio-diniego e della relativa procedura avverso provvedimenti negativi. Come ho detto questo è stato uno dei punti su cui abbiamo maggiormente insistito e che, all’interno del parere, riveste un ruolo cruciale.   23 aprile 2016

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