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Il governo inglese intende inasprire le pene contro la pirateria digitale

Il governo inglese pensa di inasprire le pene, portandole da due a dieci anni, contro la pirateria digitale. Nel momento probabilmente più complicato della sua carriera a Downing Street, alle prese con le conseguenze dello scandalo dei “Panama Papers”, David Cameron e il suo Governo studiano la possibilità di aggravare le pene sulla scorta di uno studio commissionato nel 2015 dall’UK Intellectual Property Office (Ipo), secondo cui occorre allineare le sanzioni per le violazioni nei confronti del copyright al pari di quelle che non hanno nulla a che vedere con il mondo digitale. Una violazione, che in virtù,  del Copyright, Designs and Patents Act 1988 (CDPA 1988), sarebbe da considerarsi alla stregua della tradizionale contraffazione. Cauto il ministro per la proprietà intellettuale Barone Neville Rolfe che ha spiegato che il testo allo studio prevederà anche guarentigie per gli utenti che involontariamente si rendano colpevoli di violazioni o non periocolosi. . La cautela del Ministro per la proprietà intellettuale Baroness Neville-Rolfe è massima, anche perché si vuole scongiurare il rischio di colpire chi ha incautamente diffuso materiale protetto. Attualmente solo l’attivazione del “Fraud Act”, con i suoi 4 anni e mezzo di carcere, rappresenta la possibilità di comminare la sanzione massima nei casi più gravi di contraffazione. 3 maggio 2016

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